
"La notte in cui è nata mia figlia è stata anche la notte in cui mi è stata donata una seconda vita, grazie all’intervento di persone e professionisti eccezionali dell’ospedale Versilia". Quella notte, nel reparto di ostetricia e ginecologia del Versilia, la felicità e la paura si sono incontrate, si sono mescolate, e confuse. Quella notte di inizio giugno una donna ricoverata dopo un parto spontaneo ha accusato un forte dolore. Nonostante l’orario è stato subito attivato il centro di radiodiagnostica del “Versilia” dove, grazie ad un’angiotac, è stata fatta la diagnosi di una lacerazione dell’arteria uterina, una problematica molto rara. Potenzialmente letale. E’ stato immediatamente attivato il 118 e la signora è stata accompagnata in emergenza all’ospedale Apuane, dove ad attenderla c’era già l’equipe della Radiologia interventistica, che ha effettuato una procedura di embolizzazione del ramo dell’arteria uterina e dell’arteria otturatoria. La paziente è rimasta ricoverata nella Terapia intensiva del “Versilia” per una notte per essere poi trasferita nuovamente in ostetricia, prima della dimissione. "In tanti anni di professione - racconta il responsabile della ginecologia ed ostetricia Antonio Santucci – mai mi era capitata una situazione di questo tipo. Mi preme quindi sottolineare l’eccezionalità del caso, la sua potenziale pericolosità e soprattutto l’efficienza di tutte le èquipe che hanno lavorato durante quell’emergenza".
Sia la piccola che la mamma stanno bene, sono tornate a casa. Si godono, insieme, questa nuova vita. Ogni giorno, ogni carezza... "Grazie a tutto lo staff del professor Santucci in turno quella sera al blocco parto. Primo fra tutti al dottor Caracciolo che tempestivamente racconta la donna – si è accorto che l’improbabile stava succedendo. Grazie alle ostetriche per la sensibilità dimostrata, agli anestesisti, alle infermiere che mi hanno aiutato quella notte. Grazie al centro di radiodignostica, e al dottor Auci e alla sua equipe dell’ospedale Noa che hanno eseguito l’intervento d’urgenza. I ringraziamenti vanno anche a coloro che si sono presi cura di me e di mia figlia nella settimana successiva: al reparto di terapia intensiva, a quello di ostetricia, ai pediatri e le ostetriche del nido. Mai ringraziamenti sono stato più sinceri e profondi per queste persone da parte mia e di tutta la mia famiglia".