Quella lunga notte d’estate per portare i carri in Darsena...

Quella lunga notte d’estate per portare i carri in Darsena...

Quella lunga notte d’estate per portare i carri in Darsena...

Il nome di Alessandro Volpe resterà indissolubilmente legato a quello del Carnevale di Viareggio, di cui è stato, oltre che tecnico responsabile, anche vicepresidente nel 1993 e 1994 sotto la presidenza di Renato Baldi. Ma non si può parlare di Alessandro Volpe senza ricordare il famoso Carnevale estivo del 1996. Un flop, un disastro, una scia di danni lasciata per strada. Ma anche un evento unico, quasi epocale, ancora ricordato a quasi 30 anni di distanza. Il suo sogno era di portare i carri del Carnevale fuori dai viali a mare, di farli arrivare nel cuore del quartiere più caratteristico, in Darsena. "State tranquilli non ci sono problemi", garantì a tutti. E i carri lasciarono i vecchi capannoni di via Marco Polo (la Cittadella non era ancora stata costruita) lentamente sul far della sera. "Sarà una festa per tutta la città". E così fu. Almeno inizialmente quando i giganti di cartapesta passarono tra due ali di folla sui viali a mare. La musica alta e tutti a ballare. Poi la musica lasciò spazio al rumore delle motoseghe: in via della Foce i carri non passavano. C’era da tagliare delle chiome dei pini. Nessuno lo aveva fatto prima. E così tutti fermi in attesa che la strada venisse liberata.

Poi si arriva al ponte di Pisa. Con la salita e poi la discesa. E un carro che quasi si rovescia, un altro che abbatte il parapetto del ponte (per la disperazione dell’allora comandante dei vigili Potito Iascone), e un altro ancora che tira giù il primo terrazzo della via Coppino. E la notte era ancora lunga. Alla fine, alle prime luci dell’alba i carri arrivarono a destinazione dopo un’odissea durata quasi 12 ore. Volpe non si sottrasse di fronte alle sue responsabilità. Si prese le colpe di tutto quello che non aveva funzionato e anni dopo scrisse un libro per ricordare l’evento. Lo scrisse con onestà intellettuale. Senza tralasciare niente – di bello e di brutto – di quella notte d’estate del 1996. Epica alla sua maniera.

pdg