Provocò un incidente mortale. Condanna confermata in Appello

Le perizie escludono una corresponsabilità del ciclista deceduto dopo un mese

Provocò un incidente mortale. Condanna confermata in Appello

Provocò un incidente mortale. Condanna confermata in Appello

Confermata anche in Appello la condanna a un anno e 4 mesi per il conducente di un furgone che sette anni fa causò un incidente stradale in cui perse la vita un 82enne. La Corte di Appello di Firenze si è pronunciata in merito al ricorso presentato dalla difesa dell’imputato ritenuto responsabile già in primo grado dell’incidente avvenuto il 14 ottobre 2017 in via Cei all’altezza dell’intersezione con via Pacinotti. Col furgone travolse una bici elettrica su cui viaggiava Giorgio Gemignani, 82enne imprenditore originario di Lammari. L’ottantaduenne morì in ospedale un mese dopo l’incidente. Gli eredi della vittima si erano costituiti parte civile nel procedimento a carico del conducente del furgone assistiti dagli avvocati del Foro di Lucca, Giovanni Stringari e Alessia Arzani.

Il processo di primo grado si era concluso con la condanna a 1 anno e 4 mesi di reclusione e al risarcimento dei danni in favore delle parti civili (i tre figli e la moglie) da liquidare in separato giudizio, con una provvisionale di 70.000 euro a favore di ciascuna delle persone offese. Il primo grado aveva accertato la responsabilità esclusiva a carico del conducente del furgone e di conseguenza l’assenza di un concorso di colpa della vittima. Concorso di colpa ipotizzato dalla Procura di Lucca e dalla difesa dell’imputato, ma sempre negato dagli avvocati e periti delle parti civili. In primo grado ci fu una complessa battaglia peritale al termine della quale i giudici esclusero qualsiasi responsabilità della vittima.

L’appello era teso a dimostrare il concorso di responsabilità del ciclista, che però la Corte fiorentina ha decisamente e nuovamente escluso. In particolare gli avvocati di parte civile, Giovanni Stringari e Alessia Arzani hanno ancora una volta dimostrato come era avvenuto in primo grado, sia attraverso un testimone sia con le perizie di parte, che la bici elettrica era al momento dell’urto in perfetta posizione verticale escludendo quindi una qualsiasi corresponsabilità del ciclista nella grave collisione. In buona sostanza la Corte di Appello confermando la pronuncia del Tribunale di Lucca, ha stabilito ancora una volta che il furgone strinse la bicicletta facendo cadere l’anziano ciclista.