Abbiamo intervistato Giulia Guazzaloca, docente di Storia Contemporanea e Storia della Gran Bretagna dell’Università di Bologna, autrice di vari libri sulla storia della protezione degli animali, che ha ripercorso dal punto di vista socio-antropologico dal ‘700 ad oggi.
Come si è interessata a questo argomento?
"Facendo ricerche sulla storia inglese. In Inghilterra nell’800 nacquero le prime associazioni di protezione animali, anche se allora l’attenzione era più rivolta a problemi come povertà e analfabetismo. A inizio ‘900 studenti, operai, femministe iniziarono a protestare contro le crudeltà della vivisezione".
E invece in Italia?
"Le prime società protezioniste furono finanziate dagli stranieri e operarono in modo abbastanza limitato. Oggi vi si trovano molte associazioni e si sono promulgate leggi sui loro diritti, quindi si potrebbe definire un cammino in evoluzione".
Come riassumerebbe il rapporto tra uomo e animali?
"È fatto di contraddizioni. Gli animali entrano nelle nostre vite in modi diversi: per lo sport, come compagni, per alcuni quasi dei figli... si possono vedere volontariato, finanziamenti e tante altre cose positive".