Presentazione alla Scala. Anche l’étoile Roberto Bolle tra le stelle luminose di un’estate struggente

Diciassette serate di musica, sei opere più l’evento speciale dedicato alla madama Butterfly. Il 17 luglio l’esibizione di ballerini del teatro milanese sulle arie più famose del compositore.

Presentazione alla Scala. Anche l’étoile Roberto Bolle tra le stelle luminose di un’estate struggente

Presentazione alla Scala. Anche l’étoile Roberto Bolle tra le stelle luminose di un’estate struggente

Diciassette serate di musica lirica, sette opere rapprsentate, stelle di livello internazionale, fra cui brillerà anche la fulgida luce di Roberto Bolle. Sarà questa, in estrema sintesi, l’estate di Torre del Lago, in riva alle placide acque del Massaciuccoli che ispirarono la grande musica di Puccini a cavallo tra Otto e Novecento. Il cartellone del Festival è stato presentato in un luogo sacro della musica, ovvero il teatro alla Scala di Milano. Il modo migliore per iniziare a celebrare i 100 anni dalla morte del maestro e le 70 edizioni di una rassegna – unica al mondo – interamente dedicata a Puccini in un teatro all’aperto proprio di fronte alla villa che il maestro fece costruire per sé e dove compose la stragrande maggioranza delle sue eterne e struggenti melodie. Il grande Roberto Bolle, étoile proprio della Scala di Milano presenterà uno spettacolo assolutamente inedito interamente incentrato sulle più famose arie di Puccini.

Puccini trovò il suo Eden in riva al Massaciuccoli e qui scelse di vivere dal 1891 fino alla sua partenza per Bruxelles. "Spiagge assolate, fresche pinete, il lago sempre calmo: Puccini aveva due grandi passioni, la musica e la caccia e per lui Torre del Lago rappresentò il luogo ideale dove coltivarle; un luogo pittoresco e quieto dove far sgorgare il suo genio creativo. E questi luoghi all’epoca così selvaggi (oggi per la verità molto più urbanizzati) saranno al centro di questa settantesima edizione del Festival Pucciniano. Nel 1930 in omaggio al Maestro prematuramente scomparso (29 novembre 1924 a Bruxelles) la città di Viareggio scelse di celebrarlo proprio nel luogo che lui aveva eletto a dimora con un Festival, che quest’anno giunge alla sua settantesima edizione e che nell’anniversario dei 100 anni dalla scomparsa presenta un cartellone straordinario che vede in scena ben 7 titoli del suo repertorio operistico. Un’edizione che la Fondazione Festival Pucciniano presieduta da Luigi Ficacci ha affidato per la direzione artistica a Pier Luigi Pizzi, regista, costumista e scenografo teatrale di primissimo ordine. “Abbiamo voluto che il Festival del Centenario fosse una sintesi del suo genio creativo – afferma Pier Luigi Pizzi, sostenuto in questo dal presidente della Fondazione Luigi Ficacci e da tutto il consiglio d’amministrazione – Il progetto artistico, concepito come unico, prevede i primi cinque titoli, Le Willis con Edgar, Manon Lescaut, La Bohème, Tosca, messi in scena in ordine cronologico secondo la loro nascita, seguendo il percorso del compositore e la sua crescita artistica, dagli inizi e fino all’ultima opera, Turandot, rimasta incompiuta e da noi proposta come lui ce l’ha lasciata".

A rappresentare il comune di Viareggio alla Scala di Milano c’era l’assessore alla cultura Sandra Mei: "Sarà un Festival straordinario – ha detto in un luogo straordinario. Proprio in questi giorni stiamo completando i lavori sul Belvedere che restituiranno a questa sponda la sua originaria bellezza. Il 2024, in occasione dei 100 anni dalla morte del Maestro, non vuole essere un anno di arrivo ma di partenza. Il sogno di Puccini era quello di vedere una sua opera davanti alla sua casa ed è quello che facciamo da 70 anni. Da sempre il Festival ci regala delle emozioni forti. La città è pronta e si sta preparando anche con mostre ed eventi che raccontano come il grande protagonista sia il territorio che tanto emozionò ed ispirò Puccini".

Puccini cercò proprio nella solitudine di Torre del Lago l’ispirazione per la sua musica. A un secolo dalla scomparsa, la popolarità di Giacomo Puccini non è mai diminuita, semmai è cresciuta. A renderlo attuale sta il fatto, che nel suo teatro e nella profonda umanità delle sue creature ci si continua a riconoscere. Il suo teatro parla a tutti, è universale. "Ancora oggi – conclude il direttore artistico Pizzi – credo sia un modello, per chi voglia scrivere per l’opera lirica. Sono note le sue complicate vicende familiari e non solo, ma si sa anche quanto fosse legato alla sua terra e al lago Massaciuccoli, dove sfogava la passione per la caccia. In tutte le sue opere Puccini ha magistralmente costruito dei personaggi indimenticabili, pensiamo a Calaf, Mario Cavaradossi, Rodolfo, De Grieux, per non citare che i più popolari, ma ha regalato a quelli femminili i momenti più sublimi. Manon, Mimì, Cio-Cio-San, Liù che continuano a commuoverci fino alle lacrime".

Paolo Di Grazia