
Premiato l’artigiano della moda Milani da 30 anni veste il mondo
di Daniele Masseglia
Entrare nel suo atelier è come tuffarsi in un museo di stoffe e colori di tutte le tonalità e provenienze possibili, incluso il Bhutan. Un microcosmo in cui prendono forma vestiti destinati per lo più a una clientela medio-alta e a cerimonie ed eventi di ogni tipo tali da esportare nel mondo il nome di Pietrasanta e di Paolo Milani. Trent’anni di attività che al famoso sarto e artigiano della moda sono già valsi una targa in bronzo e stamani, in municipio, un nuovo riconoscimento per il contributo apportato in queste tre decadi.
Pensare che Milani, piemontese classe ’71, sognava di fare il vetrinista. Ma il caso lo ha portato, insieme alla sua amica ed ex socia Barbara Vitale, in vacanza a Firenze, fornendo l’occasione di collaborare per una collezione e di capitare in Versilia. "Iniziai da ’Ermanno Daelli’ a Forte – racconta – come commesso. Poi mi misi in proprio e nel ’92 conobbi Pietrasanta partecipando alla posa degli affreschi di Botero nella chiesa della Misericordia. Con me portai il poster della mostra di Botero: la moglie Sophia Vari lo firmò e da allora siamo grandi amici. Con loro ho girato il mondo: Sophia mi ha portato anche i reali di Grecia e la principessa-attrice Ira Fürstenberg". L’avvio dell’attività risale al ’93: fino al 2008 come “Milani Vitale”, poi Paolo ha proseguito da solo e si è spostato a fianco, al posto dell’ex biciclettaio Moriglioni: oltre all’atelier dispone di magazzino, terrazza e una corte con un’imponente magnolia di 200 anni. "Sono sempre innamorato di Pietrasanta – prosegue Milani, affiancato da 10 anni da Renata – anche se ha perso un po’ di romanticismo ed educazione, come tutto il mondo. Tra i primi clienti ricordo l’artista Kan Yasuda: prima di entrare sbatteva i piedi perché pieni di polvere di marmo, un gesto che all’epoca era normale". Una carrellata di aneddoti che includono Marina Ripa di Meana, di cui conserva il cappello confezionato per lei, gli abiti esposti all’hotel “Bauer“ di Venezia, clienti come Marta Marzotto, Ornella Vanoni, la signora Barilla, gli artisti Joseph Sheppard, di cui espone l’originale in gesso dell’Arlecchino (il bronzo è in piazza Carducci), e Helaine Blumenfeld, a cui preparò il vestito con cui presentarsi alla regina Elisabetta, e i viaggi per lui fonte di ispirazione.