Politica e musica, le due anime di Parducci: "Abbiamo perso un uomo d’altri tempi"

Ha dato vita alle stagioni concertistiche di Pieve a Elici. E con lui nacque anche la mostra agrozootecnica: una scommessa vinta

Politica e musica, le due anime di Parducci: "Abbiamo perso un uomo d’altri tempi"

Politica e musica, le due anime di Parducci: "Abbiamo perso un uomo d’altri tempi"

Un signore d’altri tempi, nei modi, nel vestire, nel parlare, nel rispetto che aveva, sempre e comunque, per l’interlocutore di turno. Sia che si parlasse di lavoro (era stato un rappresentante di commercio), di politica (il suo impegno civile) o di musica (la sua grande passione). Marcello Parducci era tutto questo. Ecco perché la sua scomparsa ha generato un’ondata di dolore e costernazione, non solo all’interno delle mura familiari ma soprattutto fra la gente comune che lo aveva apprezzato per il suo stile sobrio, mai sopra le righe. “E’ stato uno dei miei punti di riferimento come esempio di politica attiva per la gente in mezzo alla gente”: è questo il ritratto che l’ex sindaco di Massarosa, Fabrizio Larini (al timone del Comune 1999-2009) fa dello scomparso, con cui ha condiviso diversi anni in giunta, all’epoca in cui il sindaco era Giovanni Frati. Nei primi anni ‘80 la Dc, formato “Balena Bianca” anche a Massarosa, aveva incominciato a presentare sul palcoscenico politico altri volti, da affiancare ai ‘senatori’ di Palazzo Taddei, Giovanni Frati, Mario Gori, Umberto Carmassi, Alberto Ramacciotti, Arcangelo Bianchi, Uno di questi volti nuovi, assieme allo stesso baby Larini, fu proprio Marcello Parducci che con slancio in due legislature ebbe prima le deleghe al commercio e alle attività produttive, poi quelle della Pubblica istruzione e della cultura. Si deve a lui ad esempio, la firma sulla prima edizione della Mostra Agrozootecnica, arrivata fino ad oggi, sospinta dalla tradizione e anche dall’impegno serrato dalle piccole aziende del territorio. “Abbiamo imboccato una strada interessante – disse, al termine dell’evento -: dobbiamo percorrerla per garantire la ribalta alle numerose aziende del nostro territorio”.

Aveva ragione. Ovviamente, nella vita di Marcello Parducci c’era a pieno titolo la musica. La chiesa di Pieve a Elici era uno dei suoi punti cardinali per la stagione concertistica. Così come l’Ami, l’associazione musicale lidese. Competente, con una conoscenza non formale di tante personalità di spicco della musica da camera, era orgoglioso di ogni ‘stagione’ al quale dava forma, contenuti, volti. E ogni anno, alzava l’asticella. Per farla diventare sempre più bella e, artisticamente, sempre più in grado di stregare appassionati e non solo. “Non so se ci sarò alla prossima edizione...” aveva detto un paio di mesi fa uscendo di scena, senza applausi e senza grazie come si conviene a chi ha dato anima, tempo e talento per la riuscita di un evento. E allora, quegli applausi e quel grazie, è il caso di proporli oggi perché Marcello Parducci meritava non solo quelli, ma una standing ovation collettiva: tutti in piedi ad applaudire, come spesso accadeva ai concerti dei ‘suoi’ artisti.

Giovanni Lorenzini