Al Piazzone c’è chi resiste: "Siamo vivi e non molleremo mai"

Lo scatto d’orgoglio di Giuliano: «Ma sarebbe bello, ogni tanto, vedere gli amministratori»

Giuliano Paterni da cinquant’anni  al Piazzone: «Io resto, costi quel che costi»

Giuliano Paterni da cinquant’anni al Piazzone: «Io resto, costi quel che costi»

Viareggio, 3 ottobre 2019 - «Al Piazzone c’è ancora vita». Batte un colpo Giuliano Paterni dello storico negozio di calzature di piazza Cavour. Uno dei commercianti che, insieme ad altri, continua a resistere. «Ci sono ancora attività di grande qualità che danno respiro alla piazza, come la pescheria, la polleria; la mia, e le altre vicine. Attività che, pur con grande sacrificio, riescono ad andare avanti. Noi ci siamo – vorrebbe poter gridare a gran voce Giuliano – e non siamo intenzionati a mollare».

Al Piazzone non tutto è perduto, ha ragione Giuliano: «Certo – aggiunge –, se dall’amministrazione comunale ogni tanto si vedesse o si sentisse qualcuno sarebbe una cosa positiva. Purtroppo, però, non accade così frequentemente. Ci sentiamo soli? Purtroppo sì, fortuna che possiamo contare sui nostri clienti». Non tutti, però, intravedono un futuro. Non tutti hanno la forza, anche economica, per andare avanti. Il nostro giornale non ha potuto ignorare le imminenti chiusure di alcuni storici banchi e attività sotto le logge, non può ignorare questi segnali di crisi . La criticità della piazza sono ormai n ote da tempo: tanti infatti i progetti di riqualificazione sfumati in questi anni. Dal Piuss della giunta Lunardini, ormai dieci anni fa, fino al progetto di alcuni privati di fare del loggiato una ‘Cittadella del gusto’. Che doveva ricordare molto il concept del Mercato Centrale di Firenze.

Progetti che però, appunto, sono rimasti lettera morta. Basta infatti una rapida occhiata per rendersi conto dell’evidente stato di abbandono. Non si contano infatti le attività chiuse sotto al loggiato del Belluomini e non bastano le fotografie affisse sulle vetrine polverose a far apparire tutto meno spoglio. Anche la piazza, ormai svuotata dei chioschi, sembra una landa desolata. Numerosi banchi sono stati rimossi, c’è chi è stato costretto a chiudere per morosità e chi perché non riusciva più a sopravvivere. «Le spese sono tante e con gli incassi si riesce a malapena a coprirle. Di guadagni infatti non se ne parla» è un po’ questo il leitmotiv che si sente tra chi ha deciso di alzare bandiera bianca. Non tutti, però. C’è chi prova a remare in mezzo alla tempesta, controvento... E non è escluso che tra i commercianti del Piazzone non ci sia già qualcuno deciso a farsi avanti, a scendere in campo in vista delle amministrative 2020.