REDAZIONE VIAREGGIO

Pene confermate per gli autori dell’agguato

La Suprema Corte dopo oltre tre ore di Camera di Consiglio ha rigettato i ricorsi: Fialdini dovrà scontare 18 anni, Bianchi 15 e 8 mesi

Tre ore e mezzo circa di Camera di Consiglio per certificare anche con l’ultimo grado di giudizio che quella maledetta notte di Halloween del 2014 in cui si consumò in via Coppino l’omicidio di Emanuele Iacconi fu l’effetto di una cieca violenza di gruppo e che pertanto, anche chi ha partecipato alla parte iniziale della rissa, chi l’ha accesa, senza poi accanirsi successivamente sulle vittime è da considerarsi comunque colpevole di omicidio. E’ una sentenza che punisce la logica del branco, dove chi incita e chi colpisce lo fa armato dalla stessa logica distruttiva.

Questo ha sancito ieri sera attorno alle 19 la Cassazione (presidente Giuseppe Santalucia, relatore Antonio Cairo) in merito all’aggressione in cui rimase vittima Manuele Iacconi, 34 anni di Piano di Mommio, insieme all’amico Matteo Lasurdi, oggi 38enne, che si riprese solo dopo essere stato ricoverato in ospedale in prognosi riservata. La Suprema Corte ha scritto così la parola fine su questa dolorosa vicenda confermando le pene scritte in Corte d’Appello il 17 aprile del 2019: 18 anni ad Alessio Fialdini, 15 anni e 8 mesi a Federico Bianchi. Ricordiamo che a questo pestaggio di gruppo parteciparono anche Andrea Marras, all’epoca minorenne, reo confesso dell’omicidio di Iacconi e testimone chiave per l’accusa e anche Matteo Della Ragione, l’altro minorenne che è stato assolto dall’accusa di omicidio e condannato solo per il tentato omicidio di Lasurdi.

Il Procuratore generale Giuseppina Casella aveva chiesto il rigetto dei ricorsi e la conferma delle pene. Lo ha fatto dopo aver minuziosamente ricostruito la vicenda passo passo cercando così di smontare i ricorsi dei difensori. In base a questa ricostruzione viene evidenziato che l’aggressione fatale nacque da una lite verbale in strada fra Marras e Iacconi. Poi Federico Bianchi passò alle vie di fatto e, in rapida successione, colpì con un pugno al volto sia Iacconi che il suo amico Lasurdi. Quest’ultimo cadde immediatamente a terra, mentre Iacconi, preso alla sprovvista, barcollò e subì una seconda, più violenta aggressione, da parte di Federico Fialdini che col casco lo colpì violentemente in testa. Poi quello stesso casco lo passò a Marras dicendogli: "Hai visto come si fa?". E fu Marras a colpire Iacconi ripetutamente alla testa con quel casco ricevuto dal Fialdini. E la stessa cosa farà Della Ragione con Lasurdi.

Sulla base di questa ricostruzione, le difese avevano fatto ricorso. L’avvocato Emilio Soppelsa, affiancato dal giurista e cassazionista di fama nazionale Franco Coppi, ha chiesto l’annullamento della sentenza "perché viziata nella ricostruzione per travisamento delle prove. Il nostro assistito, Federico Bianchi, non ha partecipato all’aggressione mortale. Ha dato i due pugni, è vero, ma può al massimo rispondere di rissa aggravata". Gli avvocati Massimo Landi ed Eriberto Rosso, a tutela di Alessio Fialdini hanno invece rimarcato l’inattendibilità della testimonianza del Marras, caduto spesso a loro avviso in contraddizione. "Prima – fanno notare alla Corte – dice che il Bianchi era intervenuto solo per mettere pace, poi indica nel Fialdini colui che gli ha passato il casco".

Soddisfazione fra i legali di parte civile. Gli avvocati Riccardo Carloni, Enrico Marzaduri, Francesco Marenghi, Luca Fontirossi e Gianmarco Romanini sono sempre stati vicini alla famiglia di Manu e sono stati di costante appoggio e sostegno alla Procura nella ricerca di verità e giustizia. "Che ieri è stata fatta", hanno detto.

Paolo Di Grazia