DANIELE MASSEGLIA
Cronaca

Opere danneggiate, la rabbia di Bruto: "Mettano un guardiano o le toglierò". Tempi lunghi per le telecamere

Il figlio di Giò Pomodoro si sfoga dopo il vandalismo dentro il Battistero. "Dalla Curia neanche una telefonata"

Opere danneggiate, la rabbia di Bruto: "Mettano un guardiano o le toglierò". Tempi lunghi per le telecamere

"L’assenza di un guardiano ha favorito i vandali: è una cosa inammissibile, sono pronto a togliere le sculture se nessuno garantirà un’adeguata custodia". Dallo sconcerto alla rabbia, è così che può essere riassunto lo stato d’animo di Bruto Pomodoro, il quale ancora non si capacita per il danneggiamento delle quattro opere di suo padre, il celebre e compianto artista Giò Pomodoro, avvenuto nel Battistero di via Garibaldi. Sul brutto gesto, compiuto probabilmente con un punteruolo, è ancora mistero in quanto l’unico eventuale responso potrà venire solo dalle telecamere della zona. Le indagini, che dai carabinieri della stazione di Querceta (ai quali venerdì aveva sporto denuncia Pomodoro) sono passate a quelli di Pietrasanta per competenza territoriale, sono in pieno svolgimento ma saranno tutt’altro che celeri. L’Arma dovrà infatti vagliare le immagini del periodo compreso tra il 10 giugno, quando è partito l’allestimento della mostra “Segni Elementari“, promossa dalla galleria “Secci“ in collaborazione con l’Archivio Giò Pomodoro e insieme alla Diocesi di Pisa, e il 21 giugno. Si prospetta quindi una lunga procedura di acquisizione dei filmati a cui seguirà una verifica dettagliata per risalire al reponsabile del raid vandalico.

Un episodio che Bruto Pomodoro ritiene inaccettabile. "Stiamo facendo delle valutazioni di massima per capire a quanto ammonta il danno a livello economico – si sfoga il figlio di Giò – ma una cosa è certa: c’è solo un custode che apre e chiude il Battistero. Manca un guardiano, com’è possibile? Questa mancanza ha favorito l’incursione dei vandali. È perfettamente inutile che si parli di telecamere interne ora che i buoi sono scappati dalla stalla. Anzi, è andata bene che non è stato rubato nulla. Se non avrò la garanzia di un guardiano fisso, ritirerò le opere. Parliamoci chiaro: non espone un giovane scultore, che comunque avrebbe diritto anche lui alla massima tutela, ma un artista come mio padre, di fama internazionale". Rabbia ma anche delusione: Bruto sostiene che, a parte il sindaco Alberto Giovannetti, nessuno lo abbia chiamato in segno di vicinanza: "Dalla Diocesi di Pisa non ho ricevuto messaggi né telefonate. Un comportamento quanto meno anomalo: vorrà dire che li chiamerò io per capire i motivi di questo silenzio".