Beppe Nelli
Cronaca

Nessuna speranza, la Patrimonio è fallita

Il Tribunale ha già nominato il curatore; il futuro dei dipendenti appare molto incerto

La protesta dei lavoratori della Patrimonio srl

Viareggio, 16 settembre 2015 - Per chi non avesse ancora capito che il destino di Viareggio, del Comune e delle partecipate è in mano ai giudici, e non ai politici che pure si arrabattano, spesso, a dire e scrivere sciocchezze, neanche 24 ore dopo il contestato voto delle delibere di indirizzo per lo scorporo di beni e servizi della Patrimonio Srl il giudice fallimentare di Lucca ne ha nominato il curatore. Il che significa che la discussione sulla fallibilità della società in house, sull’opportunità di presentare un concordato in bianco, e sull’operato del sindaco Giorgio Del Ghingaro e del suo liquidatore Marco Marchi è durata l’espace d’un matin. Il curatore è il dottor Bonomo di Lucca, e dunque se c’è un curatore fallimentare la società è già stata dichiarata fallita.

Sempre per gli smemorati, o peggio, vale ricordare che l’istanza di auto fallimento presentata dal liquidatore Marco Marchi ai primi di agosto è arrivata ben due mesi dopo la prima istanza di fallimento presentata dalla Ninfea Torrelaghese. Tanto bastava ed è bastato al giudice per decretare, evidentemente, il fallimento della Srl gravata da un debito di circa 70-80 milioni, in parte verso il comune per circa 48 milioni anche se dallo stesso la Patrimonio pretendeva il riconoscimento di crediti calcolati tra i 22 e i 40 milioni; e in parte verso terzi. Peraltro, nella sua relazione, il dottor Marchi aveva sottolineato che l’istanza fallimentare della Ninfea non aveva tenuto conto, a fronte del credito vantato, del debito dovuto alla Patrimonio. Per una differenza, citiamo a mente, di circa 40 mila euro a favore della società sportiva: anche se adesso ogni analisi sarà spazzata via dalla rendicontazione che il curatore sottoporrà al giudice delegato.

Così ha trovato riscontro il parere sulla fallibilità rilasciato dall’avvocato Iacominelli. E sono stati cancellati d’un colpo tutti gli interventi fatti in consiglio comunale. Si sa che ieri Del Ghingaro, appresa la novità, ha spiegato alla giunta che a questo punto i debiti della Patrimonio non finiranno nella massa passiva del dissesto che, come ampiamente previsto un anno fa, torna alla quota teorica dei 110 milioni di euro come stimata dall’allora relazione dei revisori dei conti del comune. Infatti, col fallimento, i debiti della Patrimonio prenderanno una strada diversa e il curatore cercherà di vendere il possibile per pagare i creditori. Si apre così la questione concreta dei beni disponibili e indisponibili: a lume di naso resteranno indisponibili Palasport, piscina e gli altri impianti sportivi. Potrebbero invece finire all’asta le case dell’emergenza abitativa e i residui suoli della Passeggiata (i diritti di superficie delle abitazioni, non dei negozi che sono ancora indisponibili) che non furono venduti ai tempi della giunta Marcucci. Beni che ammontano più o meno a una ventina di milioni di euro. A rischio anche il Principino e la concessione demaniale del bagno. Mentre il curatore avvierà certamente le pratiche per recuperare i milioni che Gaia da anni deve alla città. Invece Del Ghingaro ha assicurato che gli indirizzi per lo scorporo delle gestioni dei beni e dei servizi va avanti, visto che è stato accordato l’esercizio provvisorio. Ma ora bisogna risolvere in fretta la questione dei dipendenti, il cui destino è veramente legato a un filo: il Tribunale fallimentare o comunque la magistratura competente autorizzeranno la costituzione di nuove Srl pulite dai vecchi debiti?