Morte di Sofia in piscina. Il “giallo“ dei filmati

Il tecnico che firmò l’accordo tra il bagno Texas e la Verisure ha sottolineato i problemi nel reperire le registrazioni.

Morte di Sofia in piscina. Il “giallo“ dei filmati

Morte di Sofia in piscina. Il “giallo“ dei filmati

Prosegue il lungo processo sulla tragedia della piccola Sofia Bernkopf, la 12enne di Parma morta il 17 luglio 2019 all’Opa di Massa per i danni irreversibili dovuti all’incidente avvenuto quattro giorni prima al bagno “Texas“, quando la bimba si tuffò in piscina ma non riuscì a risalire in superficie a causa dei capelli rimasti impigliati nel bocchettone. Ormai vanno avanti da mesi gli interrogatori al Tribunale di Lucca con l’obiettivo di ricostruire con il massimo dell’attenzione e dei dettagli quanto avvenuto quel maledetto giorno.

L’udienza di ieri mattina, in particolare, ha segnato un passo avanti verso la conclusione del processo, iniziato formalmente il 25 marzo, con il giudice che ha ascoltato altri tre testimoni. Al centro della questione c’è sempre la posizione di alcuni degli indagati nella gestione dello stabilimento balneare, tutti accusati del reato di omicidio colposo aggravato. Il pm, in particolare, ha rivolto alcune domande anche un tecnico che negli anni precedenti all’incidente si era occupato di firmare l’accordo tra i rappresentati del “Texas“ e l’azienda di videosorveglianza “Verisure“. L’uomo ha raccontato come i gestori si fossero subito rivolti all’azienda per avere le riprese della tragedia della piccola Sofia, salvo avere poi problemi tecnici nel riuscire a recuperare i filmati. Un dato rilevante, specialmente perché gli stessi gestori del bagno da subito erano interessati ad entrare in possesso delle registrazioni, proprio a pochi giorni dalla morte della 12enne. La prossima udienza è stata fissata per il 10 giugno, giorno in cui verranno sentiti gli ultimi testimoni iscritti nel registro.