Medici di famiglia. Sono arrivati i rinforzi. Ma migliaia di versiliesi sono senza assistenza

Il punto col dottor Marsili: "Con l’ingresso di giovani colleghi superate le criticità" "Viareggio è un’isola felice, ma da Camaiore qualcuno è costretto a spostarsi" .

Non ha mai avuto dubbi, nemmeno quando durante la gavetta si è ritrovato a fare turni di guardia H24. Il dottor Niccolò Marsili, 38 anni – referente per una delle due Aggregazioni funzionali territoriali di Viareggio (insieme al dottor Massimo Del Mutolo) – è nato col camice. È figlio di due genitori medici ospedalieri e nipote di un medico di famiglia, del quale ha voluto seguire le orme. "Perché credo che questo mestiere, il medico di famiglia, possa essere ancora uno dei più belli e appaganti".

Dottor Marsili, a fine mese la dottoressa Raffaella Bianchini concluderà l’incarico. E 1.500 viareggini dovranno cambiare medico. Avranno difficoltà?

"La situazione a Viareggio è positiva, perché c’è una buona disponibilità di posti grazie all’ingresso di giovani colleghi e colleghe che di recente hanno ottenuto l’incarico. Il problema si pone ad esempio su Camaiore, dove la Asl ha dovuto affidare l’incarico temporaneo ad un medico per poter gestire una carenza. E questo succede perché non ci sono vincoli di movimento tra i vari ambiti".

Può spiegarci meglio?

"In Versilia gli ambiti sono due: Versilia Sud, che include Viareggio, Camaiore e Massarosa. E Versilia Nord, con Pietrasanta, Seravezza, Forte e Querceta, dove, dopo un periodo abbastanza complesso, ad oggi il fabbisogno è sostanzialmente coperto. Ecco, all’interno delle aree – per le quali in base al numero di abitanti viene stabilito dalla Regione un numero di medici in convenzione – i medici possono scegliere dove aprire il proprio studio, e gli ultimi che hanno ottenuto l’incarico per l’ambito Versilia Sud l’hanno fatto a Viareggio. Questo implica che alcuni residenti di Camaiore debbano venire a Viareggio per ricevere assistenza. Ma ci auguriamo che questo sistema che possa cambiare nel 2025, in particolare i limiti territoriali sull’apertura degli studi, quando entrerà in vigore il nuovo accordo".

In media ogni medico ha in carico 1.500 pazienti, qualcuno addirittura 1.800. Come si riesce a gestire questa mole di assistiti?

"Oggi per farlo senza rischiare il burnout la soluzione migliore è condividere lo studio con altri medici, e avere del personale di supporto. Noi ad esempio siamo sette, e questo ci permette di garantire sempre assistenza ai pazienti anche in caso di assenze, malattie, necessità personali. Ma anche di confrontarci sui casi più complessi, e lavorare in una sorta di equipe".

Con così tanti assistiti, però,il rapporto medico-paziente non viene un po’ sacrificato?

"Deve essere chiaro che non siamo un presidio di emergenza. Che non possiamo fare ciò che facevano i medici di una volta, come mio nonno, che facevano nascere i bambini in casa, interventi di chirurgia sul posto... È necessario costruire un rapporto coi propri pazienti, chiarendo bene qual è il ruolo del medico di medicina generale. Ovvero accompagnare nella prevenzione e seguire le cronicità, non siamo un mezzo per ottenere qualcosa facilmente o gratuitamente, ma dobbiamo essere un mezzo per la tutela della salute di tutti".

In Versilia, oggi, tutti possono contare su un medico di famiglia?

"Al momento possiamo dire che ogni versiliese ha la possibilità di scegliere un medico di famiglia. Non solo, si stima che nella nostra zona diverse migliaia (addirittura potrebbero essere più di 10.000) di persone non abbiano fatto iscrizione ad alcun curante. Sicuramente ci saranno residenti con domicilio sanitario altrove, per ragioni di lavoro, ma molti cittadini non hanno alcun medico di famiglia, né qui né altrove. A prescindere dall’utilizzo del “servizio”, sarebbe corretto che ognuno scegliesse un professionista di riferimento, da una parte per capire ancora meglio i numeri di questo equilibrio precario e stimare dettagliatamente i fabbisogni, dall’altra per evitare che alcune persone vengano “trascurate” dal sistema sanitario".

Martina Del Chicca