Mappatura entro luglio È davvero possibile rinviare un’altra volta tutte le aste dei bagni?

I balneari versiliesi stanno perdendo le speranze e s’aspettano il patatrac. Dal Governo nessuna azione concreta, ma il 20 aprile arriva la sentenza . della Corte di giustizia europea. Daddio: "Siamo un Paese al contrario".

Mappatura entro luglio  È davvero possibile  rinviare un’altra volta  tutte le aste dei bagni?
Mappatura entro luglio È davvero possibile rinviare un’altra volta tutte le aste dei bagni?

La buona notizia è che i clienti, storici e nuovi, già da febbraio chiamano gli stabilimenti, chiedono informazioni su disponibilità di tende, ombrelloni, cabine, tariffe... "C’è un’incontenibile voglia di mare – assicura Pietro Guardi, titolare del bagno Lelia sulla Terrazza della Repubblica – che ci lascia sperare in un’altra stagione in crescita. E che ci conferma – prosegue – che il settore balneare rappresenta il traino dell’economia turistica della Versilia". La cattiva notizia "è che non sappiamo quale strada prenderà questa economia. Siamo avvolti nell’incertezza più completa".

Le scadenze, in riva al mare, incombono. E la Bolkestein, più di una furiosa Libecciata, rischia di buttare all’aria quattrocento imprese solo in Versilia. Il 20 aprile (intorno alle 9.30 del mattino) è attesa la sentenza della Corte di giustizia europea che stabilirà dei principi giuridici fondamentali in materia di demanio marittimo, che saranno determinanti per la riforma delle concessioni a cui sta lavorando il governo Meloni. Governo che per il 27 luglio ha invece fissato la data ultima per completare la mappatura di tutti gli 8mila chilometri di coste italiane, cui è legato il rinvio delle aste al 2025. "Speriamo possa dimostrare all’Ue che in Italia – prosegue Guardi – esiste un’ampia porzione di litorale balneabile non ancora dato in concessione, al punto da far cadere il requisito base della concorrenza che sostiene la direttiva Ðolkestein".

"Allo stato attuale – aggiunge il balenare viareggino –: i titoli sono in scadenza il 31 dicembre 2024 per effetto dell’ultimo decreto Milleproroghe. Che a sua volta ha rinviato di un anno il termine del 31 dicembre 2023 stabilito dalla legge sulla concorrenza del governo Draghi. Quindi in teoria – spiega Guardi – abbiamo ancora un’estate davanti. Dato che fino a quando il Governo non farà i decreti attuativi, i comuni non possono procedere con gli atti formali".

Ma con la sentenza avversa del Consiglio di Stato e le prescrizioni del presidente della Repubblica Sergio Mattarella contro l’ennesima proroga, secondo il presidente dei balneari di Lido di Camaiore Marco Daddio "Non ci sono più garanzie. Perché questo – dice – è un Paese che funziona al contrario, dove la magistratura fa le leggi e il Governo le firma". "Dunque questa, per noi, dopo tredici anni di agonia, potrebbe essere davvero l’ultima estate, quella dei titoli di coda".

L’umore, Daddio non lo nega, è basso. "Ma accoglieremo col sorriso i clienti, com’è giusto che sia. E – va avanti – continuiamo ad avere fiducia nel Governo Meloni, che ha sempre appoggiato la lotta del mondo balneare e che adesso ha in mano tutta la partita. Non dormiamo comunque sereni, e facciamo anche i conti con quello che abbiamo perso in questi tredici anni. Gli effetti della Bolkestein ormai sono evidenti – conclude Daddio – la paura di perdere tutto ha immobilizzato gli investimenti. E questo stop forzato ci ha reso meno competitivi nel mercato internazionale".

Martina Del Chicca