Lo “Sceriffo“ Moser: "Partire da Torre del Lago un grandissimo spettacolo"

Il campione trentino ieri ha seguito il via della tappa insieme a migliaia di tifosi "Qui venivo ad allenarmi, quante salite su questi monti. Ancora oggi faccio il lungomare".

TORRE DEL LAGO

Quarant’anni anni fa, era la cronometro Lido di Camaiore-Lucca, riuscì quasi nel disperato tentativo di strappare la maglia rosa al francese Hinault. Purtroppo l’impresa non si concretizzò, ma la vita dello ‘Sceriffo’ Francesco Moser è sempre stata legata, sia in sella che non, alla Versilia.

Francesco che effetto le fa ritornare su queste strade?

"Bellissimo e non potrebbe essere diversamente. Sono trentino, ma ho ricordi bellissimi della Toscana e della Versilia in particolare".

Lo start qui sul Belvedere, di fronte alla casa di Giacomo Puccini e con vista lago, fa un certo effetto....

"Location straordinaria e posti straordinari che io conosco benissimo".

Quali ricordi?

"Fin dagli esordi (ed intanto osserva il lago, indicando esattamente la posizione di Viareggio, Massarosa, Bozzano e Quiesa, ndr) -. Sono sempre venuto qui ad allenarmi. Cipollaio, Pitoro, Magno, Gabberi e Matanna me li sono scalati tutti. E poi il lungo mare da Viareggio fino a Forte dei Marmi, che percorro anche adesso in compagnia di un amico, pisano, ex professionista". Quindi sente un po’ profumo di casa?

"Ho corso per la Sanson, per la Filotex e per la Bottegone e sempre sono venuto qui ad allenarmi. Quando ero alla Bottegone, poi, in questa terra mi ci trasferivo pure per mesi".

Le due tappe ‘versiliesi’ quindi la convincono....

"Al cento per cento. Qui c’è tantissima passione ed il Giro ha bisogno di questo".

Ok la passione dei tifosi, ma servono anche i campioni. Al Giro ce ne sono?

"Pogacar che da solo vale per tanti...".

Lo sloveno può cannibalizzare questo Giro?

"Potrebbe anche farlo e sembra averne la voglia. Se proprio devo trovargli un difetto, è che finora non si è mai risparmiato ed alla lunga potrebbe anche pagarlo. Non è obbligato a stravincere e poi avrà anche il Tour".

Il talento sloveno può essere il nuovo Merckx?

"Io Eddy me lo ricordo bene. Era un Cannibile, di nome e di fatto, perché vinceva ovunque. Pogacar ancora non vince in volata, ma è ancora giovane".

Esiste un nuovo Moser italiano?

"Al momento, onestamente, non lo vedo. Parlano bene del giovane Tiberi. Lo spero, deve ancora crescere molto, ma pare aver qualità. Da dopo Nibali, parlando di corridori da grande Giro, è in atto un vuoto. Abbiamo velocisti come Milan, specialisti del cronometro come Ganna, ed ottimi pistard ma manca l’uomo che possa puntare alla Maglia Rosa o alla Maglia Gialla".

Ed allora non c’è nessuno che le somiglia?

"Qualcuno c’è. Un corridore passista, veloce e capace di tenere in salite non troppo tremende. Penso ad Evenepoel e a Van Aert"

Sergio Iacopetti