Le famiglie? Sempre più povere E gli italiani bussano alle parrocchie

In forte crescita il numero di nuclei che chiedono una mano per fare la spesa e poter avere qualcosa in tavola

di Daniele Mannocchi

Un rincaro per la sola spesa alimentare che sfiora i 650 euro su base annua. I prezzi dei beni da mettere in tavola che, soltanto nell’ultimo mese, hanno fatto registrare un aumento dell’11,4 per cento. Numeri allarmanti che raccontano di difficoltà, di cinghie tirate all’estremo, e che si traducono in un dato drammatico: oltre due milioni e mezzo di persone in Italia sono costrette a chiedere aiuto per garantirsi i pasti quotidiani.

La spirale di depressione investe chiunque viva del proprio lavoro: le imprese sono schiacciate dall’aumento dei costi di produzione – nel migliore dei casi raddoppiati, come per i mangimi; nello scenario peggiore cresciuti di sei volte, come per l’acqua adoperata per irrigare – e dall’impennata selvaggia del prezzo delle materie prime; i dipendenti sono travolti dal caro-vita tra bollette, carburante e carrelli della spesa sempre più vuoti: un italiano su due ha dovuto ridurre i propri acquisti al supermercato, mentre il 18 per cento compra le stesse cose, ma di qualità inferiore.

Non è un caso che l’ultimo rapporto della Caritas sui dati Istat lanci un vero e proprio allarme povertà nel nostro Paese. Viareggio non è da meno: in città, la Caritas ha distribuito circa 15mila capi di abbigliamento. E il solo distretto di Don Bosco ha dato da mangiare a un centinaio di famiglie: circa 250 bocche che ricevono uno o due pacchi alimentari al mese, del valore di 2025 euro. "Quest’anno abbiamo avuto il boom di persone dall’Ucraina, che però nelle ultime settimane si è un po’ ridimensionato – raccontano gli operatori – e soprattutto è aumentata la componente italiana. Non siamo ancora al 5050 con gli stranieri, ma gli italiani sono almeno il 40 per cento delle persone che aiutiamo con i pacchi alimentari".

E non si tratta solo di indigenti totali: ci sono anche i cosiddetti working poor, ossia persone che pur avendo un lavoro non arrivano alla fine del mese. Una piaga che, a torto, si sperava fosse stata superata. "Abbiamo tanti percettori del reddito di cittadinanza al Marco Polo, ma anche persone che hanno sempre lavorato o che comunque hanno qualche entrata. ora vengono per portarci le bollette, e più avanti ci aspettiamo un’esplosione di questi casi. In altri casi, vengono a ritirare i pacchi persone anziane con la macchina: persone provenienti da situazioni comunque dignitose ma che allo stato attuale non ce la fanno più. L’aumento? A occhio, siamo intorno al 20 per cento. E abbiamo sempre più difficoltà a reperire gli aiuti alimentari: aumenta chi chiede e diminuisce chi dona, per i soliti motivi. Sempre più spesso dobbiamo acquistare gli alimenti con soldi nostri. Nella distribuzione dei farmaci, poi, ci sono tantissimi italiani: in questo settore, l’aumento è del 2530 per cento".

Anche nelle due parrocchie della Migliarina e del Terminetto, dove vengono seguite complessivamente una trentina di famiglie, "già dall’emergenza Covìd abbiamo avuto un aumento delle famiglie che hanno chiesto aiuto – spiegano i volontari del centro di quartiere –; gli stranieri sono ancora la maggioranza, ma bisogna tener presente che in tante persone italiane il senso di vergogna, purtroppo, è più forte del bisogno di aiuto. Molto spesso siamo noi ad andare a cercare chi ha bisogno".