Lavoratrici allo stremo "Più tutele o sciopero"

Lavoratrici allo stremo  "Più tutele o sciopero"
Lavoratrici allo stremo "Più tutele o sciopero"

Le lavoratrici dei servizi scolastici di ICare sono sul piede di guerra. Si tratta di trentasei figure (17 ausiliarie e 19 educatrici) che da anni mandano avanti dieci strutture (tre materne e sette asili nido) con paghe assai al di sotto delle loro omologhe dei Comuni limitrofi, e con un carico di incombenze che, alla lunga, è diventato insopportabile. Per questo, i sindacati hanno annunciato ieri lo stato di agitazione. E se ICare non si siederà a un tavolo per ridiscutere le condizioni contrattuali delle lavoratrici, a settembre sarà sciopero.

"Nel 201415, con il dissesto di Viareggio, alle lavoratrici fu proposto di passare al contratto Aninsei, che è il peggiore possibile per la categoria – spiegano Giovanni Bernicchi (Cisl), Antonio Mercuri (Cgil) e Massimiliano Bindocci (Uil) –; il contratto fu firmato, anche se con l’acqua alla gola, perché l’alternativa era andare a casa. Oggi il Comune è in salute, ICare pure e spende più soldi per promuovere le sue pratiche virtuose di quanti ne servirebbero per adeguare gli stipendi di queste lavoratrici che ogni giorno si occupano dei nostri figli: è evidente che ci sia un cortocircuito".

I conti sono impietosi: il contratto in essere, rispetto a quello che avevano fino al 2014, richiede una maggiore disponibilità oraria e garantisce meno diritti (ad esempio i permessi), per una paga inferiore di circa 400 euro. Le lavoratrici, tra l’altro, sono part time, e alla fine del mese mettono insieme tra gli 800 e i mille euro. In tutto questo, da vent’anni non c’è ricambio generazionale. "In alcune strutture dovremmo essere in quattro, e invece siamo in due – racconta Monica Bruzzese, Rsa settore scuola –; è un carico troppo gravoso. L’aziende pretende troppo e non dà niente". I sindacati hanno chiesto l’apertura di un tavolo con ICare. Se la richiesta non sarà accolta, a settembre scatterà lo sciopero.