"La sanità del post pandemia deve puntare sulla territorialità"

La Uil propone un piano di riorganizzazione basato sul rafforzamento dei servizi offerti dalle case della salute

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Il Coordinamento socio-sanitario della Uil Area Nord Toscana ha fatto il punto sulla attuazione dell’accordo tra Cgil, Cisl, Uil e Regione sulla costituzione delle case della salute nelle province di Lucca e Massa Carrara. Per la Versilia si parla di 6 strutture: Camaiore, Forte dei Marmi, Massarosa, Pietrasanta, Tabarracci, Torre del Lago. "La pandemia – rileva la Uil – ha rallentato l’attuazione dell’accordo ma ha anche messo a nudo i punti di criticità del modello sanitario regionale. L’errore di fondo è stato quello di accentrare i servizi specialistici diagnostici, medici e strumentali negli ospedali. Ciò ha fatto si che molti servizi di cura, in particolare delle malattie croniche (diabete, cardiovascolari) hanno subito un forte rallentamento e talvolta anche una completa interruzione del processo di cura creando gravi disagi. Dobbiamo quindi ricostituire una medicina territoriale che vede nelle case della salute il punto più avanzato e il luogo di riferimento per la popolazione".

Nel confronto con la Regione la Uil chiede che si parta da due punti fermi. Il primo: "Con la pandemia i posti letto di cure intermedie nati per far fronte all’emergenza vanno confermati e sono un tassello fondamentale per garantire uno standard di base per una sanità che integri realmente ospedali e territorio". Il secondo punto è la richiesta "di costituire case della salute complesse, le quali devono prevedere uno standard minimo qualificato e completo, dotate quindi di servizi quali medicina d’iniziativa, cure intermedie, specialistica ambulatoriale, diagnostica semplice, domiciliare, punto di primo soccorso. Per fare questo lavoro si deve mappare la situazione per vedere se risponde ai bisogni primari e quindi se sono presenti servizi quali: presa in carico di pazienti con patologie croniche; costituzione gruppi associati di medici; presenza di ambulatori specialistici e di attività diagnostica; ambulatorio chirurgico di primo soccorso e cura delle ferite difficili".

"Tale verifica – conclude la Uil – dovrà anche servire per un piano di sviluppo dei servizi che elimini le differenze di offerta tra i diversi ambiti territoriali. Per esempio è necessario allineare i servizi offerti sull’assistenza domiciliare che in alcune zone ha uno standard del 9x1000 a fronte di un dato toscano del 24x1000. Un ultimo punto è ridare ruolo agli ospedali più piccoli falcidiati negli ultimi anni da tagli sempre più consistenti".