Sono le otto di mattina e Singapore mi accoglie con il suo clima equatoriale: uscire dall’hotel con l’aria condizionata crea un contrasto con l’esterno che sembra uno schiaffo in faccia. Anche sui mezzi efficientissimi c’è uno sbalzo termico che, per quanto esagerato, rende le giornate di esplorazione della città più accettabili, a patto di ricordarsi di indossare una felpa per non ammalarsi. Nel quartiere di Kampong Glam, chiamato anche Arab Street, la cupola dorata della Moschea del Sultano brilla al sole, tutto intorno un susseguirsi di murales colorati, negozi hipster e ristoranti con le cucine di tutto il mondo. Vale la pena spingersi fino a Bugis, dove l’edificio in stile art déco Parkview Square ospita l’elegante bar Atlas e una collezione di 1.300 varietà di gin provenienti da ogni dove. A breve distanza Little India dà la sensazione di aver preso un aereo e di trovarsi nel subcontinente più popoloso del mondo. Qui le strade di Singapore tirate a lucido non sono che uno sbiadito ricordo e gli odori, la cacofonia di clacson e le folle oceaniche di indiani rendono il quartiere vivace e vibrante. Impossibile non notare lo Sri Veeramakaliamman Temple, il tempio indù più imponente e colorato di Singapore dedicato alla dea indù Kali e affiancato da numerosi negozi di gioielli d’oro finemente cesellati. La magia di questa città multietnica e variegata è appena iniziata e con un’altra passeggiata si è catapultati in Cina, tra strade piene di lanterne rosse e mercanzie spiegate in logogrammi.
Sullo sfondo un’alternanza di antichi edifici e grattacieli, un contrasto caratteristico di Singapore. Chinatown è un labirinto di strade il cui fulcro può essere identificato con il Buddha Tooth Relic Temple, l’edificio monumentale buddhista di ben cinque piani che accoglie quello che si dice essere il dente canino sinistro di Buddha. Chi è in vena di esotismo culinario può assaggiare il durian, un frutto che, a causa del suo forte odore, non può essere trasportato sui mezzi pubblici. Singapore non ha ancora finito di stupirmi e ammaliarmi. Il Giardino Botanico è una tappa da non perdere con 74 ettari di terreno suddiviso in aree tematiche. Il clou è il National Orchid Garden, la più grande esposizione di orchidee al mondo tutte da fotografare.