Il cinismo, la disumanità e la spietata gogna non sono appannaggio del mondo dei social. E’ sempre successo anche nel mondo reale, basti pensare agli insulti indirizzati alla “Circe“ quando fu arrestata. E così è successo mercoledì sera a Torre del Lago mentre Gianluigi Ragoni veniva portato via dalla polizia. “Scemo, scemo“ hanno urlato alcune persone che non hanno avuto alcun pensiero verso il dramma di un padre e di un figlio con problemi psichiatrici.
Una scena che ha pietrificato tanti lettori, tra cui la pietrasantina Chiara Pierini. "Sentire quei cori da stadio che ripetevano ’scemo, scemo’ – scrive – mi ha scioccato. Ho seguito per tutta la giornata la vicenda di quest’uomo, con apprensione, soprattutto perché i disturbi psichici sono pericolosi, imprevedibili, l’anima oscura forse di ognuno di noi. Lui ha sbagliato, ha messo in pericolo la vita di un pompiere, ha impaurito i vicini di casa e chi si trovava lì per caso, e per questo va condannato. Ma facciamoci una domanda. Ci sentiamo davvero così tanto superiori da poter definire una persona ’scema’? Perché Ragoni è arrivato a questo? Ho sentito le interviste dei vicini, persone che conoscevano questa situazione da tempo. Dicono che lo evitavano in quanto irritante, a volte violento, comunque non piacevole. E quindi facciamo così? Se non si è piacevoli le persone cominciano ad evitarci, nessuno parla più con noi, ci chiudiamo in casa, forse l’ unico posto che ci fa sentire al sicuro, insieme a un padre troppo anziano per poterci proteggere e con l’assenza di una madre troppo grande da colmare. In questo mondo, quindi, se non riusciamo a rialzarci dai colpi che la vita ci riserva, finisce così? Con delle dirette televisive che mostrano il peggio di noi e con un gruppo di persone che intonano cori?
"A questo punto – conclude Pierini – credo non si sia compreso l’immenso problema delle malattie o delle difficoltà psichiche. Quelle persone che erano fuori a vedere lo spettacolo forse non sanno quanto dolore e quanta lontananza dalla vita tutto questo produce. Dirannno che questo è ciò che succede a chi va ’fuori di testa’. E riecheggeranno nella mia testa i cori da stadio. Sono felice che ci sia stato un lieto fine, ma siamo sicuri che sarà così lieto e che a nessuno di noi potrà mai succedere tutto questo? Siamo tutti così immuni dal dolore della vita?".
Daniele Masseglia