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La discussione sull’ex Greppia: "Abbattere quell’edificio significa cancellare la memoria"

Interviene nel dibattito l’ex sindaco ambientalista Franco Dazzi "Quella struttura rappresenta il nucleo originario del nostro paese".

La discussione sull’ex Greppia: "Abbattere quell’edificio significa cancellare la memoria"

"L’ex Greppia è in degrado, ma è identità: per questo non è giusto eliminarla". Resta scoppiettante il dibattito dopo che il sindaco Bruno Murzi ha illustrato il progetto di demolizione e realizzazione di una piazza al posto del fabbricato. A sollevare perplessità è l’ex sindaco Franco Dazzi. "Non capisco perchè non sia stato oggetto di percorso partecipato – attacca – dire che la partecipazione è già stata fatta significa non conoscere il Regolamento approvato nell’ottobre 2020 dal consiglio comunale. Il sindaco e l’architetto a villa Bertelli, hanno ripetutamente dichiarato di sentirsenne orgogliosi. Perchè allora, non fare in modo che anche i cittadini se ne sentano orgogliosi una volta coinvolti? Murzi ha detto che ’se questa è la storia di Forte dei Marmi (riferendosi all’ex Greppia) non è certamente una bella storia’. Ma la storia non è “asettica” ed il giudizio su di essa è libero e dipende dalla cultura e dalla sensibilità di chi la interpreta. Quell’edificio, è vero, è in stato di decadimento, ma non per questo è giusto eliminarlo. Fa parte del “nucleo originario”, da cui è partito tutto il paese, e per molti ha assunto un significato simbolico: abbatterlo significherebbe cancellare per sempre, dalla memoria della comunità, storie di vita e valori non valutabili in denaro, segnando veramente la fine di qualunque altro tentativo di recupero di una identità, che sta definitivamente scomparendo per il prevalere di interessi speculativi privati. Murzi fa bene ad acquisirlo al patrimonio comunale. Il criterio basato sulla “eliminazione delle brutture” – aggiunge – perseguito con il semplice, seppure legale, rilascio di concessioni edilizie per la realizzazione di residenze, non è affatto difficile da praticare e non richiede né coraggio né particolari professionalità. Al contrario gli amministratori di ieri, non hanno ceduto alle pressioni speculative e non hanno consentito che le brutture divenissero residenze"