La Comunità ebraica: "Abbiamo tutti parenti o amici sotto le bombe. Sosteniamo Israele"

Appello di Gabbrielli, Prosperi e Molco ai cittadini "onesti e democratici" "Bisogna guardare i fatti e non ascoltare la propaganda terroristica. Bambini, donne e anziani deportati a Gaza ed esibiti come trofei".

La Comunità ebraica: "Abbiamo tutti parenti o amici sotto le bombe. Sosteniamo Israele"
La Comunità ebraica: "Abbiamo tutti parenti o amici sotto le bombe. Sosteniamo Israele"

"Chi più, chi meno, in Israele abbiamo tutti dei parenti, dei contatti". Non si spinge oltre Federico Prosperi della Comunità Ebraica di Pisa e Viareggio. La linea comune è di non rilasciare dichiarazioni personali. Anche il vicepresidente Paolo Molco, referente per Viareggio, si trincera dietro un "no comment".

La posizione ufficiale della Comunità Ebraica viareggina, di concerto con quella pisana che ricade sotto la stessa organizzazione, è di dura condanna dell’attacco condotto da Hamas. "La Comunità ebraica di Viareggio esprime il proprio dolore e sgomento per i tragici fatti che in queste ore stanno sconvolgendo la Terra dei nostri Padri, moderno Stato d’Israele – si legge in una nota diramata dal presidente della Comunità Maurizio Gabbrielli –, democraticamente costituitosi nel 1948 e che democraticamente si amministra con leggi a garanzia di ogni suo cittadino, di qualsiasi origine etnica, sociale o religiosa esso sia, a pieno titolo motore dell’unico faro di libertà in Medio Oriente".

"Le notizie e le immagini che arrivano dal teatro di tanto orrore ci colpiscono nel profondo e testimoniano senza infingimenti strumentali la violenza dell’attacco subìto da Israele durante lo Shabbat e la festa di Simchat Torà, ricorrenza del calendario ebraico che chiude il periodo delle celebrazioni che hanno dato inizio al nuovo anno 5784 – continua Gabbrielli –; la popolazione civile e il territorio dello Stato di Israele sono stati fatti obiettivo di un massacro spietato, perpetrato meticolosamente casa per casa: interi nuclei familiari sono stati passati alle armi, mentre neonati, donne e anziani, in un numero che fa fatica a essere contabilizzato per quanto è elevato, sono stati deportati a Gaza ed esibiti come trofei. I militari impegnati nella difesa, compresi i riservisti, mettono a repentaglio la propria vita con coraggio e fermezza per far cessare e reagire a questo mattatoio, che ci auguriamo venga incontrovertibilmente condannato da ogni nazione e da ogni società civile che abbia a cuore i diritti, la libertà e la democrazia: non vuoti concetti retorici ma princìpi inderogabili per una convivenza umana e civile".

Il pensiero della Comuntà Ebraica di Viareggio e Pisa è rivolto ovviamente "a tutti coloro che hanno familiari, amici e conoscenti in Israele, in particolare a coloro che hanno subìto perdite così incolmabili da qualsiasi parola di vicinanza e affetto solidale. La barbarie messa in campo da Hamas è un orrore che riguarda ciascun cittadino del mondo e che nessuno può sottrarsi dal condannare senza se e senza ma. In questo contesto Israele ha il diritto ed il dovere di difendere il proprio territorio, difesa che assume anche l’inevitabile significato di protezione di tutte le democrazie, che come Israele esistono e si battono per dare voce alle libertà di ogni suo membro".

La Comunità Ebraica chiama a raccolta i cittadini a sostegno dello Stato d’Israele: "Le organizzazioni terroristiche come Hamas seminano odio e lo nutrono con voracità, anche trasformando moschee, scuole e civili abitazioni in veri e propri arsenali e centri di comando, avvalendosi dell’appoggio complice e convinto di Paesi non solo arabi – conclude Gabbrielli –; l’esistenza di Israele non può e non deve essere messa in discussione, dunque neppure il suo diritto a difendersi dai terroristi che non perseguono altro che l’annientamento totale dello Stato e dei suoi cittadini. La Comunità Ebraica si augura che ciascuna persona onesta e democratica che sappia guardare ai fatti e non alla subdola propaganda terroristica abbia ben chiaro da che parte stare per difendere la vita dalla volontà di morte di cui Hamas e le altre organizzazioni terroristiche si alimentano e sviluppano come un cancro, facendone strumento di guerra e soverchiamento".

Red.Via