Era deluso, si è arrabbiato, ha pensato di mollare, di chiudere per sempre. Stanco di quegli attacchi gratuiti, e forse anche inconsapevoli, subìti nel tempo dalla “Casina dei Ricordi“. Le spaccate, i vandalismi, i furti, gli sfregi, perfino il diario dei pensieri usato come cartaigienica..., che hanno colpito il luogo nato in via Ponchielli per conservare la memoria della strage ferroviaria.
Ma alla fine Giuliano Bandoni, custode della Casina, ha deciso di riaprire quel piccolo “faro“. Intorno a cui, ogni 29 giugno, Viareggio ritrova la strada per tentare di costruire “Il mondo che vorrei“: più attento, solidale, sicuro. E lo fa per i bambini, "Perché – dice – è attraverso di loro, che nel 2009 ancora non erano nati, che il ricordo del 29 giugno non andrà perduto". "Ed è con loro – aggiunge –, stimolando una coscienza della prevenzione, che possiamo immaginare un mondo davvero migliore". Migliore di quello che non è riuscito a proteggere le 32 vittime dal treno merci mal manutenuto e carico di Gpl che è deragliato ed esploso alle porte della stazione di Viareggio; e le vittime che ogni giorno, ancora, muoiono sul lavoro. Dal 29 giugno, che si è portato via intere esistenze, è nato un impegno per la sicurezza, in ferrovia e ovunque, su cui Viareggio ha promesso di non derogare.
Così, dopo settimane in cui la porta della Casina fatta di legno – ma anche di storie, di battaglie, di dolore e di speranza – è rimasta “chiusa per mancanza di rispetto“; il 28 ottobre riaprirà per accogliere gli studenti. Quelli della scuola elementare “Lambruschini“ di Viareggio, insieme alle delegazioni previste da altri istituti della Versilia. Come l’Armando Sforzi di Piano di Conca.
Ad accoglierli, oltre a Giuliano Bandoni, ci saranno i rappresentanti della sezione locale dell’associazione nazionale dei Vigili del Fuoco, la protezione civile Città di Viareggio, l’associazione Libeccio, e poi i volontari della Croce Verde, della Misericordia e della Croce Rossa di Viareggio. "Tante realtà che quella notte d’inferno hanno lavorato mettendo a rischio la propria vita per gli altri e – prosegue Bandoni – che ancora oggi, ogni giorno, si impegnano per il prossimo". Questo è il futuro della “Casina dei ricordi“, "aperta ai bambini e alle bambine – conclude – e aperta al domani". Da costruire nello spirito del 29 giugno.