REDAZIONE VIAREGGIO

La carica dei 101: gli ex Ora comincia la partita del tesseramento 2023 In vista c’è la costituente

La carica dei 101: gli ex Ora comincia la partita del tesseramento 2023 In vista c’è la costituente

Beppe Nelli

VIAREGGIO

E ora? La rivoluzione culturale del Pd partita dalla base anche in Versilia ha scaricato i dirigenti che per le primarie avevano sposato lo status quo della mozione Bonaccini-Mercanti. Bisognerà per forza che succeda qualcosa. Non subito, ma la vittoria di Elly Schlein ed Emiliano Fossi sposta a sinistra la rotta dei Dem. Non può essere archiviata con la semplice constatazione che in Versilia le unioni comunali e la federazione territoriale hanno già svolto i congressi, e quindi segreterie e direzioni resteranno in carica ancora a lungo.

Alle porte di via Regia già premono le masse composite dei non iscritti che hanno votato Schlein-Fossi: molti di loro, come tutti i membri di Articolo Uno, non aspettano altro che l’inizio del tesseramento 2023 per rientrare nel Partito democratico, o come eventualmente si chiamerà dopo la svolta.

La storia del Pd versiliese assomiglia molto alla storia d’Italia. La similitudine si vede maggiormente a Viareggio, sede della federazione ma anche di un’unione comumale che è stata molto agitata negli ultimi 25-30 anni. Il modo in cui quello che oggi si chiama Partito democratico risente degli eventi burrascosi succedutisi dalla svolta di Achille Occhetto a oggi, è un po’ parallelo alla maniera in cui si realizzò l’Unità d’Italia che ancora influenza la vita nazionale.

Senza addentrarci nel groviglio di nomi cambiati da Occhetto in poi (Pci, Pds, Ds, Ulivo, matrimonio con gli ex Dc della Margherita), riconosciamo che gli organigrammi sono rimasti gli stessi di nonno in padre in figlio, con anche cooptazioni. Il Pci viareggino era quello delle famiglie – per le parentele, Honi soit qui mal y pense. Già allora era guidato dal partito lucchese, vera sede del potere. Non mollò nemmeno quando la Versilia divenne federazione a sé. Con la fine del Pci nacque Rifondazione comunista, molto forte a Viareggio e in Versilia. Quando Fabrizio Manfredi era segretario di federazione mise fine alla leadership di Riccardo Bertini, uomo di punta nella giunta di Marco Costa. E lanciò la candidatura di Marco Marcucci, di cui fu assessore, mantenendo l’alleanza con Rc. Poi Rifondazione si allontanò (o per meglio dire fu allontanata). Se ne scisse a sua volta il Pdci che a Marcucci rimase fedele.

In seguito vennero gli anni di opposizione alla giunta di centrodestra, e l’unione comunale del Pd vide l’ascesa del gruppo che portò poi all’elezione di Leonardo Betti. Durò poco a causa del dissesto del Comune, disastro finanziario di cui Betti & Friends erano incolpevoli. Ma a negare loro la rivincita arrivò Giorgio Del Ghingaro. Spaccò il Pd che con Luca Poletti perse le elezioni, e così il nuovo sindaco (iscritto al Pd lucchese) e i suoi sostenitori e assessori viareggini non ottennero il rinnovo della tessera Dem. La tessera però non fu negata alla senatrice Manuela Granaiola, grande elettrice di Del Ghingaro, il cui voto era indispensabile per tenere in piedi il governo di Matteo Renzi.

La meteora renziana durò poco, ma abbastanza perché alla segreteria regionale Dem restasse in sella Simona Bonafè: la quale commissariò il Pd viareggino espressione dei bettiani, lo costrinse a lasciare l’alleanza col candidato sindaco Sandro Bonaceto e a "sposare" Del Ghingaro. Negò la tessera ai vecchi iscritti che avevano la maggioranza in assemblea e ne introdusse di nuovi. Un repulisti bell’e buono che ha concausato altri disastri Dem: alla rielezione di Del Ghingaro il Pd neo-alleato ebbe il 27% alle regionali, e nello stesso giorno appena il 9% alle comunali (i decimali li lasciamo ai partiti da vecchio prefisso telefonico). En passant, l’unico consigliere eletto dalla Lista Bonaceto è stato Tiziano Nicoletti, poi confondatore di Spazio Progressista che ha votato Schlein alle primarie aperte del Pd. L’idillio Pd-Del Ghingaro è durato l’espace d’un matin e il sindaco, dopo aver risucchiato il 19% dei voti Dem, ne ha anche inglobato la consigliera Sara Grilli diventata assessora.

Bella storia vero? Meglio del "Trono di Spade". Oggi gli avversari di Del Ghingaro stanno per rientrare nel Pd, o nelle sue alleanze. Il tesseramento 2023 s’aprirà tra poco con le regole dettate da Roma. Si aspettano le decisioni della Schlein sul percorso di aggiornamento delle segreterie locali, e le regole per la costituente del nuovo partito. Articolo Uno (Fabrizio Manfredi e Marco Corsetti) si iscriverà in massa avendo opzionato la costituente già da prima delle primarie. E tra i firmatari non iscritti dell’appello pro Schlein ci sono per esempio Lorenzo Tosi, Ambra Sargentini, Antonio Batistini, Elena Tozzi, Elisa Montaresi, Adalgisa Mazza, Glauco Dal Pino, Luca Poletti, Maria Cristina Marcucci, Marina Bailo, Massimo Ceragioli, Riccardo Bertini, Silvia Sarappa, Tiziano Nicoletti. Nomi che appartengono a Spazio Progressista, a Articolo Uno, ma anche alla nomenklatura della fu giunta Betti, o a nessuna congrega. Con la tessera i gruppi vorranno anche dei posti nelle direzioni e segreterie. E forse qualcuno col dente avvelenato aspetta la rivincita.