
Soltanto una pandemia mondiale poteva fermare l’energia e lo spirito indomito del consiglio del Carnevaldarsena. Ieri sera, in via Coppino ci sarebbe stato l’ultimo Miriordo: lacrime a fiumi, tanta stanchezza ma pure la soddisfazione di avercela fatta anche quest’anno. Invece, il Baccanale è rimasto suo malgrado in stand by. E un velo di saudade si è steso su via Coppino e nel cuore del vicepresidente Alessandro Summonti.
Summonti, col senno di poi si poteva fare la festa?
"Il tempo ha retto, anche se è un po’ freschino. Ma in gioco c’era altro".
Il cervello che dice?
"Il discorso è che le regole sono tuttora quelle che non ci avrebbero permesso di fare il rione come avremmo voluto. In generale, ci sembra che le norme non siano così rigide... ma come organizzatori avremmo avuto responsabilità importanti e abbiamo agito di conseguenza".
E il cuore?
"Dispiace da morire, perché comunque il Carnevale è un insieme di cose, di appuntamenti fissi, storici, che scandiscono la vita dei viareggini. Nel momento in cui mancano, la sensazione è strana. Come organizzatori, poi, il dispiacere è grande. Certo siamo più liberi, ci siamo potuti godere i corsi, ma essere stanchi e impegnati è un prezzo che paghiamo volentieri perché sappiamo quanto il Baccanale possa far piacere alla gente".
Vi hanno cercato in tanti per sapere se ci sarebbe stata la Darsena?
"Tantissimi. Sono arrivati anche messaggi da fuori Viareggio, una cosa che ci ha fatto tanto piacere".
Com’è il morale?
"Torneremo più carichi che mai. Noi non molliamo. E in tutto questo, è un bel segnale e ci fa piacere che il Carnevale sia stato vissuto bene, che le persone abbiano voglia di divertersi. Siamo felici, per Viareggio è un bel segnale... anche se manchiamo noi".
C’era quella mezza idea di un evento in primavera: che farete?
"Dobbiamo capire se abbiamo la volontà, le forze, e soprattutto se c’è la necessità di dare a Viareggio un’ulteriore festa. Stiamo valutando ma non garantiamo niente, per il momento".
Se pensa al Baccanale saltato, qual è il primo flash che le viene in mente?
"E’ una domanda complessa. Mi è mancata l’emozione della Sfilata delle Mascherate, che era uno degli obiettivi del nuovo consiglio, una mia idea storica, e che è partita da 300 maschere, salendo poi a 500, 700 e due anni fa ha superato le mille. E contestualmente si è creato un clima diverso: ricordo le ali di folla in via Coppino il venerdì. Per non parlare degli eventi collaterali che stavano diventando tradizione, dal ’Darsena libera tutti’ al ’Lunedì dei viareggini’".
Daniele Mannocchi