
Una pattuglia dei carabinieri della stazione di Tonfano durante un’attività di controllo sul lungomare della frazione
Le indagini erano partite lo scorso settembre in seguito alla maxi rissa scoppiata in un noto locale attivo all’interno di uno stabilimento balneare di Marina di Pietrasanta. E il fatto che ci siano voluti otto mesi per far luce sull’episodio ha una ragione ben precisa: il titolare dell’attività è accusato di aver manomeso le immagini della telecamera di videosorveglianza. Non filmati qualsiasi, ma proprio quelli che avrebbero "inchiodato" i responsabili della rissa. I quali sono stati poi tutti identificati, consentendo così ai carabinieri della stazione di Marina di Pietrasanta di denunciare a piede libero nove persone.
Di queste, otto sono accusate del reato di rissa, alle quali va aggiunto l’imprenditore. Grazie all’acquisizione e all’analisi delle immagini delle telecamere, i militari dell’Arma sono riusciti infatti a identificare i presunti responsabili. Si tratta di giovani di età compresa tra i 20 e i 35 anni, residenti nelle province di Lucca – alcuni di loro sono versiliesi – e Massa Carrara. Tra di loro figurano soggetti già noti alle forze dell’ordine per alcuni precedenti. Nello stesso contesto investigativo, come detto, un imprenditore di Pietrasanta è stato denunciato per presunta alterazione delle registrazioni delle telecamere di sicurezza del locale. Secondo gli inquirenti, l’uomo avrebbe manomesso le immagini per ostacolare l’identificazione dei partecipanti alla rissa. Le immagini in questione riguardano il momento esatto e il punto preciso in cui era scoppiata la rissa, quindi non gli altri ambienti del locale, ma grazie a un’indagine lunga e certosina e di fronte ad alcune incongruenze i militari sono arrivati alla conclusione che dietro possa esserci, appunto, la mano di colui che alla fine è stato denunciato.
L’autorità giudiziaria è stata informata e le indagini proseguiranno ancora per chiarire ulteriormente la dinamica dei fatti e stabilire ulteriori responsabilità. I carabinieri, infine, ricordano che le persone indiziate sono da ritenere "presunti innocenti fino al definitivo accertamento di colpevolezza con sentenza irrevocabile di condanna all’esito del procedimento penale".