Il ruolo delle famiglie: vizi e virtù: "Mostrate ai giovani la fiducia nell’autorità e negli insegnanti"

Lo psicologo Palagi non demonizza i drammi della cronaca: "Riguardano una piccola minoranza". Ma la mancanza delle letture fin dalla più tenera età sta demolendo la curiosità del sapere.

Il ruolo delle famiglie: vizi e virtù: "Mostrate ai giovani la fiducia nell’autorità e negli insegnanti"

Il ruolo delle famiglie: vizi e virtù: "Mostrate ai giovani la fiducia nell’autorità e negli insegnanti"

Chi educa i giovani di oggi? Lo psicoterapeuta Emanuele Palagi lancia l’allarme: "Non deleghiamo l’educazione al Web, piuttosto facciamo crescere la loro fiducia nell’autorità e negli insegnanti".

I giovani sono cambiati rispetto al passato? Le loro esigenze e le istanze sono differenti?

"Ogni generazione è figlia dell’epoca che attraversa. Quindi inevitabilmente i ragazzi sono diversi dalle generazioni che li hanno preceduti. Non condivido però la narrazione nostalgica del “prima era meglio”. È un errore di percezione. Contrariamente a quel che sembra, sono ragazzi con un livello di scolarizzazione più alto, sono cittadini del mondo con una maggiore attenzione all’ambiente e all’inclusione. Molte cose sono differenti è innegabile, in primis proprio l’arrivo del web che riempie le loro giornate. Hanno bisogno, come noi, di opportunità e di sentire una maggiore fiducia nei loro confronti".

Sempre più spesso si hanno notizie di vandalismi, pestaggi, bullismo. Con i genitori buonisti e il rispetto che non si insegna più, quali sono i rischi per la crescita e l’educazione?

"La frequenza delle notizie non sempre rappresentata la realtà. A fianco di pochi casi drammatici, c’è una larghissima maggioranza di ragazzi che attraversano il passaggio dall’infanzia all’età adulta senza drammi né crimini. Hanno vissuto poi l’esperienza della pandemia, con il dramma della sottrazione della relazione in una fase in cui il gruppo è fondamentale per lo anche per lo sviluppo della propria identità. La violenza purtroppo fa parte dell’uomo e in adolescenza, sospinta dalle dinamiche di gruppo, può arrivare a livelli drammatici. Anche il capitolo genitori è complesso: ne incontro moltissimi che cercano di migliorare e alcuni che non riescono a gestire il conflitto. Faccio fatica però a rimpiangere certi stili educativi dell’Italia di qualche decennio fa. I ragazzi sono meno abituati a tollerare la frustrazione e la noia e su questo possiamo e dobbiamo fare meglio. Sbagliamo poi a delegare l’educazione al web, a non coltivare la fiducia nell’autorità e negli insegnanti, a non chiedere il loro punto di vista dei ragazzi".

La scuola è sempre più facile: nessuno legge un libro, non si scrive più a mano. Con quali ripercussioni sui cittadini di domani?

"L’Italia è un paese che legge poco in tutte le fasce d’età. L’avvicinamento alla lettura dovrebbe essere promosso già in famiglia e aiutare i bambini piccolissimi a sviluppare curiosità per il mondo e per il sapere. Leggere poi favorisce la capacità di gestire la noia e la creatività. Un ruolo centrale è quello della scuola che deve recuperare la sua autorità, sperimentare nuove forme di didattica tecnologica e proporre un’offerta di riflessione e apprendimento diversa rispetto a computer e youtuber. È fondamentale poi il sostegno dei genitori: la collaborazione scuola-famiglia non equivale al diritto alla critica, alla squalifica delle insegnanti e alla difesa acritica dei propri figli".

Quanto e come incide la digitalizzazione sull’apprendimento?

"Una reale digitalizzazione dell’apprendimento attualmente non c’è. Digitalizzare non vuol dire utilizzare il tablet per leggere libri in pdf. L’apprendimento web mediato è una grande opportunità che richiede risorse e formazione dei docenti. È provata l’efficacia dell’apprendimento mediato dalle tecnologie sfruttando nuovi modi di imparare. Resta la forza dell’incontro, del confronto e dell’esperienza che non dovranno mancare".

Quali strategie si possono adottare per stimolare i ragazzi verso la cultura, la socialità e una vita attiva nella comunità?

"È necessario educarli da giovanissimi alla curiosità e alla scoperta. In adolescenza è già troppo tardi. Riscoprire il valore di una storia raccontata, una mostra visitata con mamma e papà, un giro in libreria. Dobbiamo incuriosirli, renderli protagonisti. Coinvolgerli nella riflessione anche in casa. Attivare la loro voglia di comunicare il proprio punto di vista È necessario poi creare proposte che siano appetibili per la loro fascia d’età. Per questo è tempo di imparare dal mondo dei videogiochi. Perché piace così tanto perdersi nelle console? Perchè si può fantasticare, ci si sente capaci e autonomi. Dobbiamo ripensare il nostro modo di rapportarci ai ragazzi. La responsabilità è prima di tutto dei genitori di quei bambini che hanno bisogno di essere educati all’incontro, alla curiosità, al rispetto e all’empatia".

Daniele Mannocchi