Il Pd affonda il Festival "Una piccola stagione" Ma i numeri raccontano tutta un’altra storia

Sono oltre 30mila gli appassionati che arrivano a Torre del Lago. La metà delle presenze è rappresentata dai turisti stranieri. Non solo: è tra le prime cinque manifestazioni liriche italiane.

Il Pd affonda il Festival  "Una piccola stagione"  Ma i numeri raccontano  tutta un’altra storia

Il Pd affonda il Festival "Una piccola stagione" Ma i numeri raccontano tutta un’altra storia

Benché il “Pucciniano“ sia tra le manifestazioni liriche più famose del Paese, riconosciuto tra i Festival italiani di assoluto prestigio, per il Partito Democratico di Viareggio è "una piccola stagione lirica" che "si fregia indebitamente del nome Festival". Affondo politico o harakiry?

Comunque la si pensi, il giudizio lapidario su uno degli eventi di punta della città e non solo, è emerso a margine del confronto pubblico organizzato dal Pd; dedicato proprio a Giacomo Puccini e alla costruzione di un progetto di valorizzazione internazionale, "con intento costruttivo e propositivo" hanno anche specificato il segretario comunale Filippo Ciucci e la presidente versiliese Federica Maineri. Partendo dal presupposto che per tutto, e tutti, c’è sempre un margine di miglioramento, se il Festival Puccini non è un Festival allora che cos’è un “Festival“?

Secondo i dati forniti dalla Fondazione Festival Puccini nel 2022 le presenze al Gran Teatro di Torre del Lago sono state "oltre 30mila, con un pubblico per metà straniero. E in dalla Germania, dall’Austria, dalla Svizzera, Regno Unito e Paesi Scandinavi". Se la Pandemia ha fermato gli spettatori dell’Estremo Oriente, negli ultimi anni in riva al lago si è registrata una crescita di francesi e spagnoli. "E l’incasso netto per le sole opere è stato di 1milione e 166mila euro".

Il Pucciniano non avrà dunque i numeri dell’Opera Festival, che all’Arena di Verona la scorsa stagione ha richiamato 342.187, ma non è nemmeno l’ultimo Festival strapaesano, scippatore di titoli. A Pesaro ad esempio, città natale di Gioachino Rossini, con 31 eventi di spettacolo in cartellone il Rossini Opera Festival nel 2022 ha registrato 13.156 presenze ed un incasso di 958.825 euro. Nelle terre Verdiane invece il Festival Verdi, che si tiene ad ottobre, la scorsa stagione ha ospitato oltre 15mila spettatori e 14mila per il “Verdi Off“, con un incasso pari a 875.860 euro. Invece al Donizetti Opera (pure questo un Festival, anche se non esplicitamente) nel 2022 le presenze registrate sono state 12.251.

Comunque per riportare "la piccola stagione lirica di Torre del Lago" a diventare un punto di riferimento internazionale, il Pd suggerisce "Una programmazione poliennale; affidando – spiegano i democratici – la direzione artistica, così come quelle dell’orchestra, a persone qualificate, di alto prestigio e che manifestano una viva partecipazione al continuo processo di rinnovamento di cui la musica di Puccini appartiene; produzioni di repertorio, a edizioni critiche e avendo Puccini come asse centrale".

Ne ha parlato Niclo Vitelli ricordando "il progetto di Sylvano Bussotti e delle sue ancora attuali idee su un festival internazionale" e "l’impegno di Simonetta Puccini e la sua Fondazione per garantire i luoghi sacri del Maestro, gli investimenti fatti per migliorare l’accoglienza e la conoscenza critica del patrimonio pucciniano". E sottolineando poi; "Come il fatto che a ridosso dell’edizione 2023 la Fondazione Festival non abbia ancora nominato un Direttore Artistico (dopo le dimissioni di Giorgio Battistelli) e che sul 2024 non ci sia ad oggi un’ipotesi di programmazione, né uno straccio di idee per il centenario (la cui celebrazioni sono in capo al Comitato presieduto dal maestro Alberto Veronesi) la dica lunga sullo stato dell’arte della Fondazione". Duro il giudizio del presidente della Provincia Luca Menesini sul lavoro del Comitato Pucciniano "all’interno del quale – ha spiegato – ancora non si è riusciti a definire una strategia ed una programmazione adeguata in vista del 2024". Soffermandosi inoltre "sull’improvvisazione e sugli interessi corporativi che attualmente rischiano fiaccare le migliori aspettative per un programma in grado di approcciare le celebrazioni con uno sguardo lungo, capace cioè di garantire una prospettiva solida e duratura ad un progetto per il futuro imperniato sul maestro".

"Il nostro augurio – conclude il Pd – è che si ponga presto fine ad un atteggiamento di sottrazione al confronto e alla discussione da parte dell’amministrazione. Chiusura che denota sostanzialmente una debolezza di argomenti e un crescete fastidio a rendere conto dei programmi per l’edizione del Festival per il successivo 2024".

Martina Del Chicca