REDAZIONE VIAREGGIO

Il palazzetto dello sport di Viareggio celebra 54 anni di storia e emozioni

Il palazzetto di Viareggio, dedicato a Paolo Barsacchi, compie 54 anni. Un luogo di sport e memoria per la città.

Paolo Barsacchi con Spadolini

Paolo Barsacchi con Spadolini

Se fosse una persona fisica, sarebbe un signore di mezza età, con qualche acciacchetto, ma con un’esperienza di vita vissuta da raccontare a veglia – come facevano gli anziani con i più giovani – per far strabuzzare gli occhi dalla sorpresa, ma anche generare qualche lacrima di commozione: il palazzetto dello sport di Viareggio – dedicato alla memoria di Paolo Barsacchi – si appresta a spegnere la candelina numero 54.

Venne alla luce, con un investimento del Comune di 329 milioni di vecchie lire, il 19 dicembre 1970: il mutuo pluriennale venne contratto con l’Ina assicurazioni e con il Credito sportivo. A sostenere che Viareggio avesse bisogno di un impianto del genere, fu soprattutto Paolo Barsacchi, all’epoca prima assessore allo sport e poi vice-sindaco. Aveva capito che una città coinvolta nel turismo sportivo non poteva fare a meno di una struttura del genere.

L’inaugurazione venne garantita dallo Sporting Basket Viareggio che organizzò un quadrangolare con Libertas Biella, Norda Bologna, Pegabo Vigevano e Gamma Varese. Da qualche mese, l’impianto è tornato di proprietà comunale: dopo il fallimento della Patrimonio (società partecipata del Comune), era andato all’asta e se l’era aggiudicato il Cgc. Poi dopo sette anni, il ritorno al patrimonio pubblico.

Attenzione a non commettere l’errore di considerare il palazzetto sono un contenitore sportivo: l’impianto ha ospitato momenti di grande commozione come quando nel 1973 venne trasformata in camera ardente per il pilota Massimo Larini, morto sul circuito belga di Spa Francorchamps o quindici anni fa per le prime vittime del disastro ferroviario del 29 giugno 2009, con migliaia di persone in processione continua.

Dal dolore alla vita vissuta, prendendo ad esempio una rassegna che per diverso tempo era il ritratto effervescente e geniale della città, “Un regalo da Viareggio”, che proprio di questi tempi – sempre e ovviamente con finalità benefiche – vedeva il tutto esaurito per una serata dove tra musica, interviste, sketch e via dicendo faceva trascorrere due ore con il sorriso sul volto. Senza dimenticare “la febbre del sabato sera” a cavallo degli anni ‘70 e ‘80, quando l’hockey targato Cgc riempiva di passione l’impianto, ragazzi e ragazze scatenati a far tifo, con Cupido pronto a far scoccare la freccia...