
Il dono di Federico. Espiantati gli organi
"Il nostro Federico ha dato una speranza di vita ad altre quattro persone: è ciò che avrebbe voluto anche lui, ed è l’unico modo che abbiamo per farci coraggio e colmare questo vuoto enorme". Le lacrime rigano il viso del padre di Federico Verona, il 50enne di Valdicastello colpito mercoledì scorso da un aneurisma mentre stava parlando con un amico al “Caffè Marad“, sul viale Apua a Fiumetto. Fino al triste epilogo all’ospedale di Cisanello con la morte cerebrale e il successivo, straziante, distacco dei macchinari.
Nonostante tutto, i genitori del 50enne, che lavorava come artigiano insieme al padre in un’azienda specializzata nel campo dei macchinari, in particolare agricoli, hanno acconsentito l’espianto degli organi. I medici alla fine sono riusciti a salvare le cornee, i reni, il fegato e il pancreas, gesto di generosità che consentirà pertanto di salvare altre vite. "Era un grande uomo, scrivetelo", dicevano ieri mattina i numerosi amici che si sono recati alla cappellina della Croce Verde, dietro il Sant’Agostino, per confortare i genitori e i familiari di Federico e rivolgere un ultimo saluto a una persona descritta da tutti come molto attiva e piena di vita. Federico, che era figlio unico e viveva con i genitori a Valdicastello, era infatti uno sportivo e appena poteva faceva palestra e pugilato a livello amatoriale. "Ci spiace tanto – lo piangono anche dal ’Caffè Marad’ – perché era un cliente abituale ed era quindi uno di noi: un abbraccio sincero ai suoi familiari". La salma resterà esposta nella cappellina ancora stamani, poi oggi alle 15 ci sarà la benedizione a cui seguirà il trasporto fino al cimitero di via Garibaldi.
Daniele Masseglia