Il cuore batte forte per le due ruote. Chicchi e la passione per le bici

L’ex velocista e pistard giovedì sarà a Torre del Lago per la partenza del Giro a salutare colleghi e amici "L’entusiasmo dei tantissimi amanti locali del ciclismo si farà sentire dal Montemagno al Belvedere".

VIAREGGIO

"Se potessi salirei nuovamente in sella alla bicicletta, sulla quale ho passato tutta la vita, cercherei di farmi valere in volata. Purtroppo il tempo passa per tutti quindi raggiungerò il villaggio per un saluto a tanti amici, poi mi godrò la tappa con il solito trasporto".

Francesco Chicchi da Camaiore - "da Nocchi", precisa - se potesse porterebbe la lancetta del tempo indietro per vivere una nuova volata, a pochi chilometri da casa sua, cercando di vincere una tappa che al Giro gli è sempre sfuggita. Francesco, velocista e pistard, di volate nella sua lungha carriera da professionista – dal 2003 al 2016 – ne ha fatte tantissime, ma ce ne è una che non dimenticherà mai. "E come potrei. Era l’11 ottobre 2002 al Campionato Mondiale Under 23, bruciai tutti nello scatto finale e conquistai la maglia iridata. Un merito da condividere con i compagni di Nazionale che mi scortarono sempre. La mia vittoria più bella ed importante e che, volere del destino, fu preambolo del successo di Mario Cipollini tra i professionisti". Chicchi, comunque, non ha lasciato il mondo del ciclismo ed adesso ricopre il ruolo di direttore sportivo.

Chicci, il Giro torna a distanza di appena 1 anno in Versilia. Un premio anche per tutti gli amatori della zona.

"Qui di appassionati ce ne sono veramente tanti e sono convinto che riempiranno di entusiasmo le rampe del Montemagno, così come il Belvedere di Torre del Lago".

Quando iniziò ad andare in bicicletta?

"A otto anni grazie proprio alla passione di mio padre. La società sportiva si chiamava G.S. Bertolucci&Coluccini ed ero tifosissimo di Fondriest".

Torniamo all’attualità. Nella quinta tappa di questo Giro d’Italia, la Genova-Lucca, si scalerà anche il Monte Magno.

"Ci sarà spettacolo, ma a questi livelli il Magno non potrà fare la differenza".

Poi la sesta, la Viareggio-Rapolano Terme, con la suggestiva partenza dal Belvedere Puccini.

"Straordinario punto di partenza per una tappa interessante. Tappa di mezza montagna con 3 settori di strade bianche, per 12 chilometri circa, in cui i big non potranno nascondersi". Una tappa, quindi, già decisiva?

"Quello non credo, ma potrà già dare indicazioni importanti. Potrebbe rilevarci chi il Giro non lo vincerà".

Tappa insidiosa e buona per una fuga, oppure vede una volata?

"Punto sulla volata e mi sbilancio a favore di un nostro ottimo velocista, Jonathan Milan".

Lei ha corso per tante squadre di valore assoluto ed è stato compagno di squadra di fenomeni come Petacchi e Bettini. Da chi era impressionato?

"Petacchi lo considero un amico vero e continuiamo a frequentarci. Lui, esattamente come Cipollini, era una vera macchina di potenza. Io ero più scattante, ma ho imparato anche da lui".

Si rivede in qualche velocista attuale?

"Onestamente non sarei in grado di fare un nome. In questi anni il ciclismo si è molto evoluto e le biciclette sono sempre più performanti".

Che Giro sarà, disegnato per il fenomeno Pogacar?

"Un giro che lascia spazio a chi oserà. Ci saranno volate, fughe e arrivi in salita. Certo se Pogacar vorrà cannibalizzarlo sarà dura impedirglielo".

Sergio Iacopetti