Daniele Masseglia
Cronaca

I ristoranti dichiarano guerra a chi dà buca

Troppe prenotazioni che saltano, molti locali ora chiedono la caparra.

I tavoli all'esterno dell'enoteca "Marcucci" in via Garibaldi

I tavoli all'esterno dell'enoteca "Marcucci" in via Garibaldi

Pietrasanta, 6 agosto 2024 – Vuoi prenotare un tavolo al ristorante per 10 o 20 persone? Nessun problema: caparra obbligatoria o niente tavolo. Alcuni locali del centro storico hanno deciso d’ora in poi di agire in questo modo, esasperati dai clienti che danno buca all’ultimo senza avvisare. Il rischio di un mancato incasso, in questi tempi tutt’altro che floridi, è troppo alto e i gestori vogliono pertanto mettere un freno a un comportamento sempre più diffuso sia all’ora di pranzo che di cena. Non solo: chi non si presenta finirà automaticamente in una sorta di blacklist riservata ai cosiddetti clienti non graditi. I ristoratori che sono passati al contrattacco ne fanno una questione di principio e di rispetto. «Da noi succede almeno un paio di volte alla settimana – dice Andrea Focacci del ‘Vaticano’ – per un totale di oltre 300 persone che in questi 10 anni di attività del nostro locale hanno dato buca all’ultimo. Non posso chiedere la caparra, ma qua non metteranno più piede. Nel momento in cui richiamano, ricordo loro che il giorno ‘x’ non si erano presentati e che da loro non prendo più prenotazioni». I gestori concordano sul fatto che se salta un tavolo da 2-3 persone si possa anche chiudere un occhio. Ma quando la comitiva è più sostanziosa può capitare che i tavoli restino vuoti a causa di chi non si presenta pur avendo prenotato. Incidendo negativamente sugli incassi. «Quando la prenotazione riguarda i clienti mandati dagli alberghi, diciamo da 10 in su – sottolinea Raffaele Boischio de ‘La Locanda del gusto’ – chiedo sempre la carta di credito con una caparra di 30 euro a persona. L’alternativa, altrimenti, è rinunciare alla prenotazione. Di certo sono più gli italiani a comportarsi così, con gli  stranieri è diverso». C’è invece chi, come Filippo Di Bartola del ristorante “Filippo”, ha affidato le prenotazioni a una piattaforma online proprio per evitare brutte sorprese: «Ai potenziali clienti viene inviato un link che li obbliga a lasciare un indirizzo e-mail e i dati della carta di credito. Il rischio di perdere i clienti c’è, ma posso assicurare che è un metodo che ha ridotto drasticamente il fenomeno delle mancate presenze».

Non tutti, a Pietrasanta, la pensano così. Michele Marcucci, titolare della storica enoteca “Marcucci”, preferisce vivere alla giornata: «Succede che la gente prenoti e poi non si presenta, anche se quest'anno è avvenuto un po' meno rispetto al passato. Fare una blacklist? Non mi sembra una soluzione efficace perché è facilmente aggirabile, basta che uno chiami con un altro telefono e il gioco è fatto. E poi credo ci siano tante variabili che portano un gruppo di persone a dare buca: c’è la malafede, senza dubbio, ma anche chi non trova parcheggio oppure cambia idea a seconda del tempo. Prenota da più parti per avere più possibilità».