I nuovi pini muoiono Dopo la distruzione fatta dal Matsucoccus scatta l’allarme siccità

Le piantine erano state irrigate dal Parco: "Sembra siano ustionate". Forte preoccupazione della fitologa Logli per le piogge insufficienti:. "A settembre altre messe a dimora, ma che accadrà da qui all’estate?".

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I nuovi pini muoiono Dopo la distruzione fatta dal Matsucoccus scatta l’allarme siccità

di Martina Del Chicca

Dopo il Matsucoccus Feytaudi, la cocciniglia piombata come un flagello dalle regioni atlantiche, che ha sterminato la popolazione dei vecchi pini marittimi, piantati oltre un secolo fa sulle dune per proteggere i boschi interni dai venti marini; adesso siccità e ondate di calore minacciano i nuovi alberi piantati da Parco e Comune nell’ambito del maxi piano di rigenerazione e rinfoltimento della Macchia Lucchese finanziato dalla Regione proprio nell’ambito della lotta al Matsucoccus.

Mentre si discute se c’è un cambiamento climatico che agisce di ora in ora, anziché in millenni, oppure siamo in presenza di un’anomalia climatica; e mentre il clima da anni è anche il paravento dell’inazione politica che ha ridotto al minimo la spesa per la tutela del territorio, dalla lotta alle frane alla conservazione dell’acqua, di cui il 50% va disperso dai disastrati acquedotti italiani; da mesi si manifesta la carenza d’acqua piovana, anche per il futuro della nostra Macchia. "Alcune delle nuove piante, soprattutto quelle sulla sponda verso il mare, nella parte più asciutta – spiega Francesca Logli, responsabile della gestione forestale del Parco di Migliarino San Rossore – sono effettivamente seccate. La comunità scientifica sta producendo diversi studi sugli effetti delle siccità e delle ondate di calore sui nuovi rimboschimenti e le nuove piantagioni di alberi. E quello che è emerge da questi studi è preoccupante: i fusticini delle giovani piante seccate risultano infatti ustionati. E non era mai capitato prima".

Proprio per mitigare l’effetto di questo “innesco perfetto“, prodotto da temperature sopra la media che arrivano dopo un inverno sostanzialmente secco, la scorsa estate l’Ente Parco ha programmato una serie di irrigazioni della Macchia Lucchese. "Da maggio fino a settembre, ogni due settimane – prosegue la dottoressa Logli –, abbiamo irrigato le aree interessate dall’intervento proprio per dissetare la nuova vegetazione che è andata a riempire i vuoti lasciati dal taglio delle piante colpiti dal Matsucoccus. Una cosa che, normalmente, nei boschi non viene fatta. Ma che si è rivelata fondamentale per permettere alle giovani piante di superare l’estate". Non tutte, però, ce l’hanno fatta. E se a marzo è allarme siccità, che accadrà a luglio e agosto?

Nelle prossime settimane gli esperti del Parco avvieranno un monitoraggio completo sulle nuove alberature "in modo da stabilire il loro stato di salute e programmare gli interventi necessari". Si prevede un’estate calda e arida con ulteriore innalzamento delle temperature globali. Le giovani piante seccate saranno quindi sostituite con nuovi esemplari in mondo da non interrompere il programma di rinnovamento della Macchia. "La sostituzione – conclude Logli – verrà fatta all’inzio dell’autunno, con l’avvio della la stagione piovosa". Si spera.