DANIELE MANNOCCHI
Cronaca

I medici di famiglia: "Sviliti nel nostro ruolo per colpa della burocrazia"

Niccolò Marsili è uno dei due referenti dell’aggregazione territoriale cittadina "Compilare inutili scartoffie toglie tempo prezioso a diagnosi e cure".

I medici di famiglia: "Sviliti nel nostro ruolo per colpa della burocrazia"
I medici di famiglia: "Sviliti nel nostro ruolo per colpa della burocrazia"

Una media di 1.300 pazienti per ogni medico di base versiliese, con punte di 1.800. Come si gestisce un carico di lavoro del genere? Lo chiediamo al dottor Niccolò Marsili, uno dei due referenti dell’Aggregazione funzionale territoriale di Viareggio.

Dottore, letti così sembrano numeri ingestibili.

"In realtà, il problema non è tanto la mole di lavoro che deriva dal totale dei pazienti. Anche i vecchi medici condotti avevano numeri simili. È la burocrazia ad aver aumentato il peso sulle nostre spalle: negli ultimi anni, le scartoffie sono quantomeno triplicate".

Con quali conseguenze?

"Noi dovremmo occuparci nello specifico di prima diagnosi e cura, non di dare risposte a un bisogno acuto: per quello ci sono i medici di emergenza. Ma se in questi percorsi si inseriscono altre pratiche di varia natura, dal modulo per il rinnovo dei pannolini all’esenzione sbagliata all’ospedale, si finisce col sottrarre tempo prezioso da dedicare ai pazienti. Noi non siamo dipendenti, siamo liberi professionisti che si dividono tra ambulatorio e cura domiciliare: se questo lavoro viene ulteriormente caricato, si fa tanta fatica".

Come categoria avete pensato a delle proposte migliorative?

"Dipende da cosa si intende. Come liberi professionisti non abbiamo un’associazione di riferimento: ci sono le Aft (Aggregazioni funzionali territoriali) in cui esiste un primus inter pares che fa da referente. A Viareggio siamo due e in Versilia sei. E poi abbiamo una parte sindacale che si occupa del lato economico, degli orari eccetera. In questi ambiti, sì, abbiamo avanzato delle proposte. Ad esempio, lo scorso marzo è andata in porto la proposta di abolire il certificato scolastico per i bambini con più di cinque giorni di assenza. Più in generale, va detto che in questo momento nessuno nella sanità pubblica se la passa bene: gli organici non bastano. Per quel che riguarda i medici di base, bisognerebbe rivedere in toto il contratto. Noi veniamo pagati in base al numero di pazienti e non rispetto allo scrupolo e alla premura con cui ci dedichiamo loro. Rivedendo questa tipologia contrattuale, e dunque la nostra figura, si riuscirebbe a garantire maggiore qualità generale nella professione e al tempo stesso a sistemare tanti piccoli sprechi. Ma questo va fatto a livello nazionale".