Helena domina i campionati italiani Cinque medaglie sognando Parigi

Parla Musetti, la giovane nuotatrice di Massarosa che adora Federica Pellegrini e punta alle Olimpiadi 2024

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Daniele

Mannocchi

Una vita ordinata, quadrata e con la testa ben ferma sulle spalle. D’altronde, il "genio e sregolatezza" tanto caro ai romantici dello sport mal si applica a una disciplina come il nuoto. Ed Helena Musetti, 16enne di Bozzano che ha stradominato i campionati italiani junior a Roma, di disciplina ha dimostrato di averne tanta, fin da quando, appena 12enne, studiava in macchina negli spostamenti tra casa sua e le piscine di mezza provincia dove di volta in volta si allenava.

Helena, ti aspettavi tutte queste medaglie?

"Avevo buone sensazioni, ma non immaginavo di arrivare a questi risultati. In acqua stavo bene e diverse gare me le sono giocate sulle sensazioni del momento: è andata bene".

La Tirrenica Nuoto non ha più la sua piscina di riferimento, quella di Viareggio. Cosa comporta per voi atleti?

"Con una piscina a Viareggio sarebbe tutto molto più facile, potendo basare tutto sulla nostra gestione e avendo a disposizione anche una palestra. Invece siamo costretti a spostarci in località diverse e tutto diventa più complicato, anche in relazione agli impegni scolastici. Ma col tempo ci si abitua".

Dove vi allenate?

"Massarosa, Camaiore, Seravezza, Montecatini e alcune volte anche a Livorno. Quest’anno abbiamo avuto più spazio a livellodi corsie, ma resta il fatto che per andare agli allenamenti bisogna mobilitarsi. Per fortuna, riusciamo a organizzarci con i genitori che in linea di massima fanno dei ’turni’: ogni volta qualcuno si prende la briga di accompagnarci".

Quando hai iniziato a nuotare?

"Avevo quattro anni, ho iniziato con il Nuoto Viareggio. Mi piaceva il contatto con l’acqua, per me era un divertimento. E così i miei genitori hanno deciso di lasciarmi continuare con la piscina e con il nuoto. Sono passata all’agonismo e a cinque anni e mezzo ho fatto la prima gara: andò benissimo, nessuno se lo aspettava, e poco dopo ho vinto i campionati regionali di categoria".

Come hai vissuto la chiusura della piscina di Viareggio?

"Ho dovuto cambiare società. Andavo ancora alle elementari e facevo il tempo pieno; con la nuova organizzazione e l’attività sparsa negli altri impianti, gli orari degli allenamenti combaciavano con quello scolastico e quindi mi sono dovuta spostare a Lucca. Dovevo mettere in campo mezz’ora per andare e mezz’ora per tornare e a volte mi toccava studiare in macchina perché non avevo tempo a sufficienza. Ma non mi è mai pesato: quando sono in acqua mi sento troppo bene".

E poi sei tornata alla Tirrenica...

"E’ successo al secondo anno della categoria Ragazzi, quindi tre o quattro anni fa. Facevo le medie e anche in quella fase ricordo che dovevo portarmi dietro i libri di scuola".

Come puoi far combaciare lo sport e lo studio?

"Dopo l’allenamento inizio subito a studiare, perché so che una buona fetto di tempo nell’arco della giornata la passo in piscina. Una volta tornata a casa mangio e vado a letto".

Con questi ritmi riesci a coltivare delle amicizie? A fare le cose che fanno i tuoi coetanei più ’liberi’?

"Non sempre ho la possibilità di uscire con i miei amici; spesso sono sotto gara e devo concentrarmi sugli allenamenti. Però con i compagni di squadra siamo riusciti a creare un bel gruppo, ci troviamo molto bene. Con loro si riescono a far quadrare un po’ tutte le necessità".

Chi è il tuo modello di riferimento?

"Federica Pellegrini".

L’hai mai incontrata a Viareggio o Massarosa, ai meeting?

"L’ho vista tante volte, ma non sono mai riuscita a parlarci. E quando ha fatto la sua ultima gara agli Assoluto, ero lì a vederla".

Dove conti di arrivare in futuro?

"E’ presto per dirlo. Valuterò passo per passo".

Non sarebbe bello ritrovare una versiliese protagonista alle Olimpiadi?

"Speriamo di sì, al momento per me è un sogno, ma chissà. E poi sarebbe un bel traguardo, soprattutto in uno sport come il nuoto che da anni stiamo praticando senza avere una piscina che sia a disposizione della nostra società".

Hai qualcuno che ti è stato particolarmente vicino in questo percorso?

"I miei allenatori Adolfo Buonaccorsi e Marco Landucci, che in questi anni mi hanno sempre sostenuto".