
Greppia, Lega con Murzi "Un recupero importante" Ma i paesani insorgono
"Il percorso partecipativo? Una bandiera usata dalla minoranza. Sulla Greppia il sindaco sta eseguendo ciò che aveva annunciato in campagna elettorale". Si accende il dibattito sul futuro dell’immobile e la Lega difende la scelta di Murzi. "La Greppia è un rudere pieno di topi e scarafaggi da almeno trent’anni – dice il vicesegretario Lega Versilia storica Michele Orlando – e la proposta del sindaco di farne una piazza, sanando una situazione insalubre e trasformando quell’area in uno spazio utile sia per le funzioni religiose e per i proprietari di tutte le abitazioni confinanti, ampliando il centro commerciale naturale, trova la Lega entusiasta. Il suo programma elettorale conteneva questo punto. Il processo partecipativo è una bandiera che usa la minoranza ogni qual volta non riesce a produrre atti. Oggi è il turno dei paesani, gruppo di cittadini che si è trasformato in gregge anti amministrazione. E il Pd li usa. In quarant’anni i luoghi della memoria sono cambiati, tranne la piazza Marconi e alcune vie". Ma il consigliere Daniele Galleni di Amo Forte insiste sulla perdita di identità. "Mi spiace – dice – che non percepisca una perdita d’identità davanti alla nuova pavimentazione e ai nuovi arredi del centro o che non tema l’atteggiamento sempre più invasivo di un certo tipo di impresacommercio: vedo una Forte dei Marmi che si trasforma in un outlet a cielo aperto. Se per 30 anni nessuno ha guardato la Greppia è anche perché i conti in banca del comune erano chiusi a doppia mandata. Una piazza non è per forza un luogo di aggregazione: può trasformarsi anche in uno spazio vuoto e abbandonato. E soprattutto, ricordo che nel “mandato elettorale” non è mai stato ventilato un collegamento tra le operazioni Greppia ed Ex-Teti, con trasferimenti di volume o realizzazione di nuovi appartamenti". Sulla stessa linea anche il gruppo di paesani che ha avviato una petizione per chiedere un percorso partecipato sulla Greppia. "Il cambio di destinazione concesso per l’apertura della grande mason, il proliferare delle casecubo e delle piscine; la costruzione di parcheggi al posto di zone verdi; la sostituzione del banco dei fiori; la trasformazione dell’hotel Blume; l’abbattimento di uno stabile accanto ad una Chiesa: scelte che non condividiamo. Siamo paesani che credono in uno sviluppo che sia in grado di riscoprire e valorizzare gli elementi identitari".
Francesca Navari