"Siamo tutti esterrefatti per quel che è successo". Non sono soltanto i clienti del bagno ‘Milano’ a vivere queste giornate surreali in uno stato di profondo choc. Anche gli amici di famiglia di Cinzia Dal Pino, la balneare 65enne accusata dell’omicidio di Said Malkoum, non si spiegano quel che sia potuto scattare nella testa della donna. Perché pure loro, proprio come i frequentatori dello stabilimento balneare, hanno di fronte agli occhi un’immagine diametralmente opposta rispetto a quella che emerge dai filmati che inquadrano i drammatici momenti consumati di fronte al cantiere Cantalupi.
Marco Dondolini, coordinatore comunale di Fratelli d’Italia, vive a due passi dalla casa di famiglia della titolare del ‘Milano’. "Conosco bene e da tanti anni il marito – racconta – e le nostre figlie sono amiche". Della famiglia dell’accusata, la protagonista della tragedia è quella che conosce meno. Ma il rapporto è sufficientemente profondo da lasciare anche Dondolini in uno stato di profonda costernazione. "Posso dire di conoscerla – continua –: abitiamo nella stessa strada e le nostre figlie sono cresciute insieme. È una famiglia di grandi lavoratori, sia lei che il marito. In queste ore, avrei voluto stargli vicino". Dondolini, in questi giorni, è fuori Viareggio per motivi personali. Ha appreso quel che successo e ne sta seguendo gli sviluppi da lontano. "Il marito ha lavorato per tanti anni nell’industria del marmo – continua – e io, come geometra, ho avuto a che fare con la famiglia anche per questioni professionali. Da quel che ho potuto vedere, sia come vicino di casa, sia come professionista, li ho sempre inquadrati come persone educate e rispettose del prossimo. Credo che anche la famiglia sia sotto choc per quel che è successo". Cinzia Dal Pino, si diceva, è la componente della famiglia con cui Dondolini si è rapportato meno. Eppure, qualche episodio lo rammenta. "Lavoro per Gaia, la ditta che si occupa del servizio idrico – rievoca – e quando hanno avuto bisogno di aiuto, Cinzia non ha mai pensato, neppure per un secondo, di usare la nostra conoscenza, e il fatto che suo marito sia un mio amico, per avere una corsia preferenziale. Ha telefonato al centralino e seguito la trafila di qualsiasi cittadino, quando avrebbe potuto benissimo suonarmi il campanello, o chiedermi qualcosa ogni volta che ci incrociavamo per strada. Ripeto: siamo tutti esterrefatti e tutto quel che vorrei, oggi, è stare vicino al marito, come amico".
Sulle cause che possano aver scatenato l’istinto di Dal Pino, aleggia un enorme punto di domanda. "È stata una reazione inaspettata e per la quale è difficile trovare giustificazioni – continua Dondolini –; è chiaro che la giustizia e la legge devono avere la priorità. Forse può aver influito l’esasperazione per la situazione vissuta nel corso dell’estate: gli stabilimenti balneari, in particolar modo quelli della Passeggiata, sono stati letteralmente presi d’assalto notte dopo notte. Non riesco a spiegarmela in un altro modo: Cinzia, per come la conosciamo, non è mai stata una persona irascibile. Io penso che sul momento si sia presa spavento, che abbia avuto paura".