Giorgio Bonuccelli la forza dell’esempio

Giorgio Bonuccelli, figura autorevole e carismatica di Viareggio negli anni '70, non solo presidente del club calcistico locale ma anche punto di riferimento per la città in ambito edilizio e commerciale. Il suo ricordo vive nei professionisti formati nel suo studio e negli amici che lo ricordano come esempio di bontà e fermezza.

Giorgio Bonuccelli la forza dell’esempio

Giorgio Bonuccelli la forza dell’esempio

Autorevole e rassicurante, determinato e piacevolmente sempre armato di buone maniere esibite con naturalezza, nella storia viareggina Giorgio Bonuccelli – scomparso nella seconda metà degli anni ‘90 – non è stato solo il presidente della società calcistica locale in un periodo d’oro, primi anni ‘70, quando i bianconeri erano fra i protagonisti della serie C. Chi lo ricorda solo per il fragoroso colpo di mercato, cinque minuti a mezzanotte prima della chiusura delle trattative (luglio 1971: all’epoca il mercato di serie C si svolgeva all’hotel Royal), con l’arrivo in bianconero del fantasioso Dario Cavallito, strappato ai rivali storici della Lucchese, commette un errore di prospettiva: sì, perché in quel modo vede solo una piccola parte della sua personalità carismatica, capace di aggregare e non dividere, l’abilità dialettica e psicologica di far condividere ideali e progetti con la forza delle parole e dell’esempio. Sì, perché Giorgio Bonuccelli – che ha fatto parte dello storico gruppo degli “Amici del bar Eden” – è stato un vero trascinatore e un punto di riferimento per la città anche sul piano della progettazione in campo edilizio, commerciale o abitativo. E nel suo studio tecnico, una scuola non solo di progettazione tecnica e di mestiere, ma anche di vita, si sono formati tanti altri professionisti che hanno perpetuato nel tempo i suoi insegnamenti e consigli. Quante volte frasi come "me lo ha insegnato Giorgio" o "Giorgio avrebbe fatto così", sono apparse in scambi di vedute fra colleghi più giovani, che hanno raccolto il suo testimone professionale. Quando Giorgio Bonuccelli lasciò la vita terrena era alla guida di un gruppo di amici che coltivava la memoria – con una manifestazione di grande prestigio – di due persone, Gherardo Gioé e Venasco Bini, che avevano condiviso con lui l’epopea degli “Amici del bar Eden”. Era amici non solo sul fronte sportivo, ma anche per iniziative finalizzate a stare vicino, in maniera concreta, ma senza strombazzamenti, a chi aveva bisogno di una mano. "Un uomo straordinario che sapeva coniugare la fermezza con la bontà, grazie alle sue innate virtù morali, un esempio da imitare sul lavoro e fuori": è uno dei tanti ritratti-messaggio con i quali gli amici vollero consegnare alle cronache dell’epoca l’ultimo saluto, quello dell’addio alla vita terrena di Giorgio Bonuccelli: Parole che con il passare del tempo non hanno perso efficacia. Il bello, per chi l’ha amato e conosciuto, è proprio questo.