DANIELE MASSEGLIA
Cronaca

Gina e il 19 settembre ’44: "Pancetti mi sollevò per aria: la città era libera"

Bertozzi ricorda il momento in cui il famoso partigiano le diede la lieta notizia "Avevo 6 anni, eravamo andati in via dei Piastroni per ripararci dalle bombe".

Gina e il 19 settembre ’44: "Pancetti mi sollevò per aria: la città era libera"

Gina e il 19 settembre ’44: "Pancetti mi sollevò per aria: la città era libera"

La mattina del 19 settembre 1944 Gina Bertozzi si trovava in mezzo alla strada, in via dei Piastroni, nel tratto che dà su piazza Statuto. Aveva appena fatto colazione, l’atmosfera era apparentemente tranquilla e in lontananza non si sentivano più gli echi degli spari. Poi le grida hanno cominciato pian piano a salire di intensità. Non erano di dolore, ma di giubilo: "Sono arrivati gli americani!". A quel punto anche la madre Linda è uscita e l’ha presa per mano per lasciarsi trasportare da quel momento tanto atteso seguendo la folla festante che si recava in piazza Statuto. Fino all’incontro con il partigiano Francesco Pancetti, che prese Gina in braccio e la sollevò per aria gridando “Abbiamo liberato Pietrasanta!".

Che ricordo ha di quella mattina?

"A dir poco indelebile. Avevo 6 anni e da poco tempo la mia famiglia si era spostata in via dei Piastroni per stare più al sicuro. Prima abitavamo in via Stagi, all’ultimo ultimo piano di palazzo Consoloni, quindi con il rischio di finire colpiti da bombe e schegge".

È stato facile trovare casa in via dei Piastroni?

"No, perché c’era la casetta dei miei nonni. Ci siamo assembrati tutti lì: i miei genitori, io, mia sorella, che è più grande di me, e i nonni. Dormivano in quattro in un letto. Ci siamo trasferiti quando hanno cominciato a bombardare la città. I tedeschi colpivano le stazioni ferroviarie e pertanto anche da noi pioveva di tutto. In via dei Piastroni invece eravamo al riparo".

Torniamo a quella mattina del 19 settembre 1944...

"Ero in strada e sentivo la gente gridare, ma non capivo bene perché. Qualcuno accennò all’arrivo degli americani e fu in quel momento che mia madre mi prese per mano. Andammo tutti di corsa in piazza Statuto".

Poi cosa successe?

"Incrociammo il partigiano Francesco Pancetti. Un bell’uomo, alto e magro, un personaggio importante. A mia madre, amica della sua, gridò ’Abbiamo liberato Pietrasanta!’. Proprio così, ’abbiamo’, senza nominare gli americani. Quindi si chinò su di me, mi prese per la vita e mi sollevò per aria dicendomi ’Capito bimba, abbiamo liberato Pietrasanta!’. Quel volo lo ricorderò per sempre".

Dei giorni successivi cosa ricorda?

"Nella mia strada, subito verso piazza Duomo rispetto alla ’contratoia’ (vicolo San Biagio, ndr), c’era una rientranza in cui stanziavano gli americani. La mattina alle 8 si sentiva l’odore del caffè: i nostri genitori ci davano una ciotola e noi andavamo da loro per farcela riempire. Per noi bimbi c’era sempre un pezzo di cioccolata. Con noi sembravano dei giocherelloni, avevamo un bel rapporto e anche questo è un ricordo molto piacevole di quell’epoca".