
Finanzieri al lavoro
Versilia, 28 settembre 2023 – Lui in custodia cautelare carcere. I familiari che collaboravano al suo studio sono indagati a piede libero. Per gli inquirenti il 50enne, residente a Pietrasanta e che lavora a Fucecchio – oggi comparirà davanti al gip per l’interrogatorio di garanzia – era il regista dei fallimenti pilotati e nel suo studio ci sarebbe stato il centro nevralgico degli schemi fraudolenti. L’arresto è scattato nell’ambito di un’ampia inchiesta che vede indagati 22 soggetti e altrettante società.
I finanzieri hanno anche dato esecuzione agli arresti domiciliari nei confronti di 4 persone fisiche che, a vario titolo, sono ritenute responsabili di delitti di bancarotta fraudolenta e sottrazione fraudolenta al pagamento delle imposte. Dei quattro ai domiciliari, si apprende, uno è un 60enne di Pontedera ed un altro un 50enne di Fucecchio: sono ritenuti, si apprende, "prestanomi professionali" del consulente fucecchiese che si sarebbe spacciato per commercialista.
In quest’operazione i militari della fiamme hanno eseguito perquisizioni nelle province di Firenze, Livorno, Milano, Reggio Calabria, Lucca, Pisa, Pordenone, Roma e Frosinone. Un’indagine articolata quella condotta dal nucleo operativo metropolitano, che ha messo in campo indagini tecniche, e che ha permesso di acclarare "un collaudato e pluriennale sistema delinquenziale".
Al vertice, appunto, è ritenuto esserci il pietrasantino, ora in carcere a Lucca. Dalle attività investigative è stato possibile rilevare "come i principali indagati, attraverso prestanome e con la collaborazione di consulenti che esercitavano abusivamente la professione di dottore commercialista rilevavano, intestandole fittiziamente a teste di legno, società gravate da consistenti debiti sia commerciali che erariali".
Un sistema, dunque, ben oliato che avrebbe permesso ai reali proprietari "di evitare conseguenze civili e penali e di sottrarsi al pagamento delle imposte". Infatti, in alcuni casi, le società restavano inattive e venivano svuotate dei propri asset principali, in altri continuavano ad operare gestite dai vecchi proprietari e in altri ancora venivano utilizzate solo per emettere fatture e far circolare denaro tra le varie società di "famiglia".
Eseguito anche il sequestro finalizzato alla confisca diretta di 3 immobili a Reggio Calabria – dove due soggetti sono finiti ai domiciliari – del valore di 750mila euro e valori fino alla concorrenza della somma, nonché il sequestro preventivo per equivalente di 106.651 euro nei confronti di 3 persone per i delitti di sottrazione fraudolenta al pagamento delle imposte, bancarotta fraudolenta e cagionamento doloso del dissesto.