
Le ricerche dei vigili del fuoco fra le macerie della casa di Marco Piagentini (Umicini)
Viareggio, 22 aprile 2015 - Stazione ferroviaria di Viareggio, 29 giugno 2009, ore 23:48. Un treno merci deraglia, una cisterna di gas si spacca, si incendia. Una bomba di fuoco sorprende nelle loro case, e nelle strade, trentadue persone e le brucia vive. Lo sanno tutti, sì. O forse no. Forse non tutti. O forse qualcuno sta per dimenticare. Anche per questo due registi, Massimo Bondielli, massese – formatosi alla scuola di cinema di Genova – e Luigi Martella, salentino, sarzanese di adozione, hanno raccontato in undici minuti la storia di quelle vite cancellate.
Il film si chiama “Ovunque proteggi”. E’ stato proiettato in anteprima nazionale domenica, al festival del cortometraggio di Bibbiena. A Viareggio sarà proiettato il 29 giugno, in occasione del quinto anniversario della strage. “Ovunque proteggi” non è un nato per caso. I due autori ci stanno lavorando da un anno, raccogliendo materiali, conversazioni, documenti che confluiranno in un lungometraggio, titolo provvisorio “Binario 4”, nel quale racconteranno ognuna delle vite spezzate quella notte. “La nostra partecipazione al dolore è diventata sempre più attiva, profonda”, dicono i due autori. “Raccontare quella storia è diventato, per noi, anche un dovere che sentiamo verso i familiari delle vittime e verso noi stessi”.
Tra i familiari delle vittime, nel film appare Marco Piagentini, che nella strage ha perso la moglie e due figli, e che ha compiuto il miracolo di resistere a ustioni sul 90 per cento del corpo, per affrontare una dolorosa riabilitazione, e il dolore continuo dell’assenza dei propri cari. E nel film c’è Daniela Rombi, che ha perso la figlia Emanuela, 21 anni, dopo 42 giorni di agonia. “Quel giorno io ho finito di vivere”, dice Daniela. “E ora, vogliamo giustizia perché non abbiamo altro. Adesso noi facciamo finta di vivere. In realtà sopravviviamo, e sopravviviamo soltanto per sapere chi sono i responsabili. Chi ci ha ammazzato i figli. E il nostro dolore non va in prescrizione. L’assicurazione aveva quantificato un rimborso per la vita di Emanuela, per i suoi vent’anni, per i suoi 42 giorni di agonia. Totale: 370mila euro. Per una vita che non c’è più. Ma a me non servono quei soldi: usateli per riparare qualche treno. A me serve giustizia”, dice Daniela.
Invece, uno dei capi di imputazione al processo rischia già di finire prescritto. “C’è un muro di gomma contro cui si sbatte, quando ci si occupa della strage di Viareggio”, dice il coregista Luigi Martella. “Ma noi vogliamo arrivare prima di tutto alle persone, alle coscienze. Poi verrà il resto”. Chiara Rapaccini, compagna di Mario Monicelli, ha realizzato la locandina del film. La fondazione Gaber ha dato il suo sostegno. Vinicio Capossela ha concesso l’utilizzo della sua canzone, che dà il titolo al film.
Giovanni Bogani