Faccia a faccia con il lupo Ancora paura in collina Sbranata una pecora

L’animale ha quasi aggredito la moglie del pastore nelle vicinanze di Chiatri. Il racconto-choc: "Li avevo già visti, ma non così da vicino e così minacciosi".

Faccia a faccia con il lupo  Ancora paura in collina  Sbranata una pecora

Faccia a faccia con il lupo Ancora paura in collina Sbranata una pecora

Momenti drammatici venerdì sera nelle vicinanze delle colline di Massarosa per Adriana, la moglie del pastore della Certosa, Giampiero Menchini. Alle 18,45 quando Giampiero, che si trovava nell’ovile all’interno della Certosa di Farneta, sente Adriana urlare disperata. Una lupa, che aveva ucciso una pecora del gregge, da lei sgridata, aveva cominciato ad andarle contro a denti digrignati. I due cani toccatori, Turco e Lea, messi a guinzaglio, tremavano di paura al pari della donna.

Giampiero Menchini, accorso in aiuto della moglie, si è trovato faccia a faccia con la lupa ed il figlio, che non volevano allontanarsi dalla pecora, a cui avevano già divorato parte delle interiora. Per non rischiare un impatto con la lupa, mentre il gregge si avviava nell’ovile della Certosa, Giampiero è salito in macchina. "Mai – ci ha detto – avrei pensato di trovarmi a tanto. I lupi li avevo già veduti, ma non così da vicino e così ardimentosi. Non hanno alcun timore delle persone. Cosa di cui sapevo da alcuni miei colleghi. Dopo un’esperienza del genere, non ti senti più tranquillo. Perché sai che i lupi possono tornare come e quando vogliono. Traumatizzata, mia moglie è dovuta ricorrere dal medico. In questi anni, mi sono spariti diversi capi, di cui non ho più trovato traccia. Penso che i lupi li abbiano catturati mentre pascolavano al margine dei boschi. Non bastasse, la pecora che la lupa ha ucciso, era di razza Massese, al secondo parto, una specie in via di estinzione. Il figlio, un agnello di pochi mesi, non si allontana dal lei".

Ce la mostra: in attesa delle verifiche dell’Asl, giace in una stalla della Certosa, la gola contrassegnata da due fori, caratteristica degli attacchi dei lupi.

"Lo confesso senza vergona – riprende Giampiero – Io, mia moglie e il figlio Maurizio, titolare dell’azienda, siamo prostrati. Non si può andare avanti così. E pensare che discendo da una casata che da ben sei generazioni ha svolto questo lavoro subordinato ai frati della Certosa di Farneta, che mi sono solidali, ma ora, dopo questo episodio – conclude Giampiero – temono per la loro incolumità durante la passeggiata settimanale”.

Molti gli abitanti che, saputa la notizia, sono andati ad esprimere solidarietà a Giampiero e a manifestare preoccupazione per la presenza dei lupi in colina.

Vincenzo Pardini