"L’acquisizione al patrimonio comunale con successiva demolizione dell’ex Greppia potrebbe apparire poco razionale e antieconomica". Vivaldo Tonini del gruppo d’Opinione dice la sua sull’argomento ormai in ballo da mesi. "L’idea di abbattere il fabbricato per ampliare la superficie antistante la chiesa era stata di Ennio Staccioli – comincia – che aveva anche fatto realizzare un rendering. Se vogliamo dare valore alla gerarchia degli spazi urbani, a poche decine di metri dall’edificio di culto, lato mare, c’è piazza Garibaldi intorno alla quale si è organizzato il paese: l’ampliamento di un’area vicina potrebbe diminuire la prevalenza che la piazza principale ha su spazi situati nelle immediate vicinanze: alla stregua di una competizione, insomma. Poi, l’ampliamento riguarderebbe lo slargo davanti alla Chiesa, lato monti, mentre, in genere, le piazze acquistano profondità davanti alla facciata. Ancora: il muro su via Duca D’Aosta del fabbricato è realizzato con sassi a vista e un giusto recupero avrebbe come conseguenza una riqualificazione della struttura sia da un punto di vista estetico che storico-documentario.
Infine, l’edificio dove aveva sede il ristorante La Greppia è classificato, nel Regolamento Urbanistico, come B2 che prevede molte possibili destinazioni, cosa che ne incrementa il valore commerciale con un possibile riflesso oneroso riguardo all’acquisto. Come dunque rivalutare l’area? Qualora fosse possibile l’acquisizione da parte del Comune, uno svuotamento del piano terra con la creazione di un porticato che metta in comunicazione lo spazio antistante alla Chiesa col terreno a monte per uno spazio pubblico di relazione mentre, per il primo e secondo piano, va considerata la destinazione a luogo di aggregazione per la parrocchia"