
di Daniele Masseglia
Per il Don Lazzeri-Stagi questo dovrebbe essere il mese tanto atteso da almeno un decennio. Entro fine giugno è fissata la partenza dei primi cantieri per la costruzione del futuro polo scolastico, che sorgerà una volta che il liceo artistico sarà demolito e ricostruito. Ma a tener banco in questo periodo sono altri numeri perché puntualmente si è ripresentata la questione delle cosiddette classi-pollaio. A mettere in guardia è il sindacato Cobas scuola, secondo il quale l’istituto superiore pietrasantino affronterà l’anno scolastico 2023-2024 con almeno due problematiche. Intervento che viene però ridimensionato dal dirigente scolastico, il quale sostiene che il vero problema semmai è il calo dei docenti.
"Tra i casi eclatanti nella provincia di Lucca – spiega Rino Capasso dei Cobas – c’è l’istituto tecnico Don Lazzeri di Pietrasanta. Qui è prevista una classe seconda con 35 alunni, di cui 2 con disabilità, e una prima dell’agrario con 29 studenti di cui ben 5 con disabilità. Numeri che hanno già spinto alcuni genitori a ritirare i figli. Poi, ogni anno viene messo qualche rattoppo, ma la maggior parte delle situazioni critiche resta invariata e si ripresenta invariata l’anno successivo". Mentre i Cobas chiedono, come soluzione, di mettere mano alla riforma Gelmini, il dirigente del Don Lazzeri-Stagi Germano Cipolletta conferma le cifre snocciolate dal sindacato ma smentisce che possano essere fonte di problemi didattici e logistici. "In merito all’agrario – replica – si parla della seconda che diventerà 3ACA. Il problema c’era già l’anno scorso quando si fece la prima, ma alla sede di piazza Matteotti abbiamo l’aula tecnigrafi che può contenere fino a 99 persone. Quindi di spazio ce ne sarà quanto ne vogliamo. Non solo: la classe sarà divisa in due sottogruppi e la compresenza dei 35 studenti ci sarà solo per una dozzina di ore alla settimana per le materie in comune, cioè italiano, matematica e motoria". Quanto all’altra classe, Cipolletta precisa che gli studenti saranno 26 e non 29: "I sindacati hanno ragione, ma abbiamo rimediato. Una buona didattica si fa fino a 20 studenti, d’accordo, in ogni modo non sono classi-pollaio. Nonostante i numeri penalizzanti, ad esempio i docenti che calano sempre ma saranno comunque 110, siamo riusciti ad organizzarci. Non è vero però che le famiglie hanno portato via i figli: anzi, abbiamo ricevuto ulteriori richieste di iscrizioni. Non abbiamo potuto accoglierle perché le classi erano al limite".