Domenici e Burlamacco. È l’arte delle maschere

A Villa Paolina due mostre celebrano la Festa interpretata in quadri e tele

VIAREGGIO

Un’inaugurazione all’insegna dell’arte e del Carnevale, quella tenutasi ieri pomeriggio nelle sale di Villa Paolina, per le due mostre "Burlamacco incontra l’arte" e "Il mondo mascherero di Beppe Domenici", che resteranno aperte fino al 5 maggio. Burlamacco, maschera iconica, simbolica, identitaria, della città e del suo Carnevale, è protagonista della prima. Ideato dalla creatività dell’artista futurista Uberto Bonetti, fin dalla sua prima apparizione sul manifesto del 1931 al fianco di una bagnante con il costume tipico della moda degli anni Trenta, Ondina, ha sviluppato un simbiotico rapporto con la città. Bonetti, appena ventunenne, creò una sintesi degli elementi più riconoscibili delle maschere tradizionali della Commedia dell’Arte, gli scacchi di Arlecchino, il mantello nero del Dottor Balanzone, il pon-pon di Pierrot, il cappello di Rugantino e la gorgiera di Capitan Spaventa, e diede vita a un personaggio di immediato successo destinato a rendere riconoscibile e unico il Carnevale viareggino nel mondo. Il percorso espositivo a Villa Paolina è un tributo che numerosi artisti, di professione e per passione, hanno voluto fare alla maschera. Sono interpretazioni diverse per ciascun linguaggio, stile, messaggio e allegoria, ma tutte unite da un comune denominatore, che è l’amore per il Carnevale di Viareggio e la voglia di approfondire artisticamente la figura del Burlamacco, creata quasi un secolo fa ma di una straordinaria modernità. Suggestioni e malinconica allegria riuniscono più di ottanta autori che hanno raccontato la maschera viareggina, attraverso strumenti e chiavi di lettura molteplici: tele, elaborazioni, composizioni grafiche, sculture, collage, realizzazioni in cartapesta si uniscono ai lavori di maestri del Carnevale del passato che hanno reso omaggio al Burlamacco. Omaggio a un maestro del Carnevale di Viareggio è anche la mostra "Il mondo mascherero di Beppe Domenici": pittore, ceramista e scenografo. A cento anni dalla nascita, il percorso espositivo vuole essere un omaggio all’artista, in particolare al suo modo di interpretare la simbologia e la metafora del mondo delle maschere. Con più di quaranta tele realizzate tra gli anni Cinquanta e Novanta La mostra è un focus su un artista tra i più innovatori con opere allegoriche e linguaggi e tematiche sempre contemporanee.