Pietrasanta (Lucca), 5 agosto 2023 - Nessun pietrasantino probabilmente ne sarà al corrente visto che parliamo di una tassa che gravava come minimo su bisnonni e trisavoli. Eppure era sempre lì, in vigore, sfidando lo scorrere dei secoli. Una sorta di Frittole di “Non ci resta che piangere“ proiettata sulla Piccola Atene, dove a cavallo tra il 1800 e il 1900 la gente doveva versare una somma per poter utilizzare l’amido. Storie d’altri tempi eppure attualissime, anche se per avere contezza di una simile tassa c’è voluta la decisione della ministra delle riforme istituzionali e della semplificazione normativa Maria Elisabetta Casellati di abolire circa 25mila regi decreti rimasti finora in essere.
In questo mare magnum di gabelle e tasse di un mondo che non c’è più, figura appunto anche la norma che "autorizzava il comune di Pietrasanta a riscuotere un dazio proprio di consumo sull’amido". Disposizione che oggi potrà strappare sicuramente qualche sorriso, così come altre tuttora esistenti nel resto d’Italia, ma che all’epoca rivestiva invece una certa importanza e garantiva entrate copiose nelle casse pubbliche visto l’impiego assai diffuso di questa farina molto particolare che viene utilizzata in cucina soprattutto come addensante (dalle salse alle ricette dolci). Che è poi l’unico legame con la contemporaneità visto che l’amido non è mai scomparso dalle cucine tanto da essere ben presente principalmente in tre tipologie, ossia l’amido di mais, la fecola di patate e l’amido di riso. Un ingrediente come qualsiasi altro, verrebbe oggi da dire, ma in passato non era così e chissà quante generazioni di pietrasantini hanno dovuto sborsare somme di denaro – quanto, precisamente, non è dato sapere – per poterlo utilizzare nelle faccende domestiche.
E così pure tutti quegli italiani che hanno dovuto imbattersi in regi decreti durante un arco temporale che ebbe inizio nel 1861 con l’unità d’Italia. Il ventaglio è vastissimo, si parla di ben 33mila decreti ancora in vigore, con la ministra Casellati che ha detto di volerne tagliare 25mila, pari al 75%. La casistica è a dir poco spassosa, proprio perché fuori tempo massimo: come quello del 9 settembre 1899 che trasformava "la pia casa delle ritirate di Crema in ricovero per fanciullette povere" o quello del 29 settembre 1983 che consentiva di realizzare una ferrovia funicolare "da piazza della Zecca alle mura delle Chiappe, in Genova". Fino alla norma, appunto, che autorizzava il comune di Pietrasanta a riscuotere il dazio sul consumo di amido.