Danni da maltempo: "Stato di calamità?. Faremo il possibile per tutta la Versilia"

Il ministro Musumeci: "Abbiamo ricevuto la richiesta della Regione. Valuteremo i documenti e cercheremo di aiutare famiglie e aziende".

Danni da maltempo: "Stato di calamità?. Faremo il possibile per tutta la Versilia"
Danni da maltempo: "Stato di calamità?. Faremo il possibile per tutta la Versilia"

Creare un fondo permanente per le ricostruzioni in caso di calamità. E potenziare la cultura della prevenzione "che non significa solo stampare depliant da distribuire nelle scuole". L’analisi del ministro alla protezione civile Nello Musumeci è stata sincera e tagliente e si è impegnato in prima persona a costituire una dotazione di risorse utile nei momenti di emergenza "che negli anni non è mai stata messa in piedi". Uno dei temi ’caldi’ è stato infatti quello della ripartenza dopo la devastazione di vento e mareggiate che hanno messo in ginocchio gran parte dell’Italia.

"Bisogna capire cosa realmente serve per intervenire e mettere in sicurezza il territorio – ha esordito il ministro dal palco della Capannina intervistato dal caporedattore de La Nazione Viareggio, Tommaso Strambi– stamani ho incontrato i sindaci di questa fascia costiera e ho raccolto il loro grido di allarme e li ho esortati a diventare ognuno volontario di protezione civile perché non dobbiamo soltanto rincorrere le emergenze. La richiesta di integrazione della Regione Toscana, inserendo anche questa zona, è appena arrivata, e il dipartimento di protezione civile la esaminerà e, se la riterrà meritevole, anche le province di Lucca e Massa saranno inserite nel provvedimento relativo allo stato di calamità naturale, adottato 24 ore dopo su mia proposta. Rientrare in tali parametri significa che i provvedimenti della gestione di emergenza saranno adottato al di fuori della normativa vigente, cioè con procedura più snella per una rapido ripristino della normalità. Per i primi interventi sono stati messi in campo 5 milioni ma contiamo di aumentare le risorse. Tenete conto – ha sottolineato ancora il ministro – che non ho trovato un fondo per le ricostruzioni perchè il Governo italiano, negli anni, l’ha creato sulle necessità dell’immediato. Invece il mio obiettivo è di dar vita ad una dotazione permanente con disponibilità su cui contare ogni istante per far fronte alle esigenze. L’area rossa è vasta e ci vorrà tempo, ma non negheremo aiuto a nessuna famiglia o impresa. Purtroppo ho constatato che il ministero di protezione civile non ha neppure una campagna di prevenzione e sto lavorando per affidare questo preciso compito che non è rappresentato solo da incontri nelle scuole e qualche depliant distribuito in giro. Serve anche un programma di prevenzione strutturale con la realizzazione di vasche di contenimento, la costante revisione degli argini ecc per tutelare il territorio".

Il rappresentante di Governo ha poi tracciato una chiara analisi dei mutamenti climatici in atto "con i quali dobbiamo fare i conti serenamente, senza più parlare di eccezionalità". "Bisogna iniziare a pensare – ha argomentato – che quello che sta accadendo non è più straordinario e dobbiamo iniziare a convivere con le calamità. La progressiva tropicalizzazione dell’Italia è sintomo di una contaminazione africana in atto. Non dobbiamo dire ‘se capiterà da noi’ ma ‘quando capiterà da noi’, non c’è più un ‘sè ma un ‘quando’. È fin troppo chiaro che la tropicalizzazione dell’Italia ha di fatto omogeneizzato le caratteristiche climatiche ambientali, dal Nord al Sud del Paese, questo è un dato statistico, non è una previsione. Il cambiamento climatico c’è da 20 anni ma sembra che non ce lo vogliamo dire. Nel mio Sud – ha aggiunto – c’è perfino la desertificazione, ci sono parti di terreni non producono più un filo d’erba e stiamo lavorando con le università per studiare come intervenire ma ormai è un processo inarrestabile. Se dobbiamo conviverci dobbiamo attrezzarci con una buona campagna di prevenzione, così possiamo evitare danni irreparabili"

Francesca Navari