Da bagnini a volontari: "La nostra è una missione". Per tredici ore a spalare il fango a Campi Bisenzio

Una squadra di sei componenti della “Salvamento Versilia“ è andata nelle aree allagate. Viaggio di tre ore per l’autostrada interrotta, poi lavoro no-stop sino al pomeriggio seguente.

Da bagnini a volontari: "La nostra è una missione". Per tredici ore a spalare il fango a Campi Bisenzio
Da bagnini a volontari: "La nostra è una missione". Per tredici ore a spalare il fango a Campi Bisenzio

Salvare vite umane, mettersi al servizio del prossimo. È la loro ragione di vita, lo fanno per lavoro e per passione. O meglio, per missione. Con l’acqua a fare da comun denominatore. In estate con la canottiera rossa da bagnini sorvegliando l’arenile di Marina di Pietrasanta, e in caso di frane e alluvioni indossando la divisa giallonera della “Società di salvamento Versilia“, che ha sede sempre a Pietrasanta. E così, senza pensarci due volte, giovedì notte, in pieno ciclone Ciaran, sono partiti alla volta di Campi Bisenzio per dare una mano alla popolazione che dalle proprie finestre assisteva inerme al loro paese trasformato in un gigantesco fiume che inghiottiva macchine e alberi. Silvia, Michael, Andrea e Alessandro, bagnini di professione, hanno fatto parte di una delegazione di sei volontari capeggiata dal presidente della “Salvamento“ Antonio Colonna e completata da Mario. Dotata di tre mezzi – furgone, auto e jeep con carrello e gommone – la squadra è partita alle 00.30 ma è arrivata non prima delle 3 in quanto l’autostrada era bloccata.

"Siamo stati costretti ad uscire a Pistoia – racconta Silvia Bani, titolare e bagnina del ’Mizar’ di Fiumetto, a nome anche degli altri suoi colleghi – arrivando a Campi Bisenzio verso le 3 dopo aver attraversato strade di campagna a volte quasi impraticabili. Non ci siamo fermati per 13 ore di fila, fino alle 16 del venerdì, lavorando in colonna mobile con la ’Swift Water’ di Vecchiano per un totale di tre squadre. Una volta arrivati ci hanno assegnato la zona e da quel momento ci siamo dati da fare tutta la notte, fino all’indomani, senza mai riposare e mangiando pochissimo. Ogni tanto qualcuno dalle abitazioni ci offriva il caffè. Un’esperienza molto forte che abbiamo affrontato spinti dalla vocazione del salvataggio che ci portiamo dentro". Per fortuna i sei volontari non hanno dovuto imbattersi in situazioni tragiche o drammatiche, ma la preoccupazione degli abitanti era palpabile. "Molte persone erano alla finestra e ci chiedevano informazioni – prosegue Silvia – in quanto erano senza corrente e avevano i cellulari scarichi. In pratica erano all’oscuro di tutto e non sapevano quale fosse l’andamento della tempesta. Quando di notte ci vedevano girare con la torcia accesa, per loro eravamo un barlume di speranza. Abbiamo portato via quelli che vivono al piano terra e avevano l’acqua all’ombelico e la casa impraticabile, oppure chi era allettato nei piani alti".

I sei volontari alle 18 di venerdì sono ripartiti alla volta di Pietrasanta, facendo ritorno verso le 21, pari a quasi 24 ore di intervento. "Camminavamo con l’acqua alta fino a un metro – spiega il presidente della ’Salvamento’ Antonio Colonna – e molto spesso, a causa delle macchine che galleggiavano ovunque, eravamo costretti a inclinare il gommone per passare attraverso le strade più strette. Intorno a noi c’erano diversi abitanti che andavano a giro per spostare la propria macchina, molte altre erano ferme sui ponti o in cima ai cassoni dei camion. L’acqua aveva mandato in tilt le batterie delle macchine: erano quasi tutte ’impazzite’, con i finestrini abbassati e le quattro frecce inserite, oltre che accartocciate l’una contro l’altra. Abbiamo salvato anche un cane che era rimasto dentro una gabbia del canile e avrebbe rischiato di annegare". Complessivamente la “Salvamento Versilia“ ha portato in sicurezza sei persone, tra cui due rifugiati su un camion e una donna inferma che era stata portata al piano di sopra usando dei materassi.

Daniele Masseglia