
Un gigante. Di bontà, di altruismo, di passione per la sua città, Pietrasanta, per la gente comune. Vittorio Focacci, affettuosamente “Cricco” era tutto questo e molto altro di più, perché in ogni istante della sua vità – è scomparso nella primavera di due anni fa – ha pensato non solo alla sua famiglia ma anche agli altri. In tutti i modi possibili. Lo ha fatto, non per calcolo, ma perché nei suoi geni c’erano – molto marcati – quelli della generosità, quel guardare al di là del proprio orizzonte con slancio. Per raccontare chi sia stato e cosa abbia fatto nella sua vita Vittorio Focacci, ci vorrebbe un libro.. Diciamo soltanto che Vittorio Focacci è stato colui – al timone della contrada della Lanterna, quella del centro cittadino – ha guidato Pietrasanta al rilancio e alla riscoperta del “suo” Carnevale, sviluppando tutta quella serie di manifestazioni popolari che hanno finito anche per sviluppare le sane sfide fra i quartieri di una città che sono il ‘pepe toscano’ in grado di insaporire particolari momenti dell’anno. Da sportivo è stato anche al timone della gloriosa Unione Sportiva Pietrasanta: raccolse il testimone da Sergio Bernardini e ci mise non solo il cuore e il tempo per i colori biancocelesti. I giocatori del Pietrasanta, dal primo all’ultimo, erano suoi figli, non è vero Amedeo De Fanti? Commerciante dal cuore d’oro e dalle felici intuizioni nel diversificare il suo impegno nel tessuto economico cittadino e comunale, non faceva mai mancare il sostegno a chi, singoli o associazioni, viveva un momento difficile. E proprio nel momento del bisogno - la rovinosa alluvione del 1996, che toccò anche Pietrasanta dopo avere martirizzato Cardoso e l’Alta Versilia mise anche la sua firma (lui, non lo rivelò, ma furono altri a raccontarlo) sul salvataggio con un patino di alcune persone che erano rimaste isolate e vedevano ‘arrivare’ l’acqua del fiume Versilia, tracimata nella curva di San Bartolomeo. Sì, proprio un gigante (non solo per il fisico ben piazzato) di generosità e di attenzione per l’universo che gli stava attorno, tanto che non passava giorno senza avere pensato agli altri, con un semplice gesto o con una donazione. Altruista fino all’ultimo, nonostante avesse dovuto fare i conti con il dolore, a metà dello scorso decennio, per la scomparsa di Francesco, uno dei suoi figli: continuare ad essere il “Cricco” di sempre, è stata un’altra sua grande lezione di vita.