Costretti a stare in piedi Panchine in via d’estinzione

Sono sempre meno e sempre più traballanti. Oppure nuove, ma senza schienale. In centro città ci si può sedere soltanto al bar, oppure sui gradini dei loggiati

Migration

di Daniele Mannocchi

"Sono un po’ stanchino", sussurra il povero Forrest Gump dopo aver corso per più di tre anni. Stacco di montaggio, e non è dato sapere se prima di tornare a casa abbia riposato le gambe stanche. Per chi vuole riposarsi a Viareggio, invece, c’è un ampio campionario di panchine. Non ovunque, sia chiaro. E sulla qualità…

Partiamo dalla Pineta di Levante, dove ogni mattina decine e decine di persone portano fuori il cane, o vanno semplicemente a prendere una boccata d’aria al fresco. Sembra che nessuno ci metta mano da anni: una panchina pende sinistramente da un lato, come le case diroccate nei film horror, mentre un altro paio sono state divelte dal basamento, e se ne stanno lì, semplicemente appoggiate sulla terra battuta. Sulla pulizia, poi, meglio sorvolare.

La passeggiata nei luoghi di ritrovo viareggini ci porta a superare il canale Burlamacca, attratti dal profumo dei frittini del molo. Meno male che in questa zona, per sedersi, c’è il muretto divisorio con il lungo canale: le panchine, della vecchia tipologia tozza e dal sapore tradizionale, hanno visto giorni migliori, e tra escrementi di uccelli e macchie nere di unto pregresso, non sono quel che si dice invitanti.

Va meglio lungo la Passeggiata, con le panchine della stessa famiglia, ma rivestite d’arte. Anche se il cassettone di legno all’altezza della via Zanardelli comincia a non poterne più: alcune assi cominciano a sconnettersi, e in determinati punti il legno è saltato via, lasciando qualche buco. Le uniche panchine nuove sono quelle in piazza Mazzini, lato mare. Nell’area a ridosso della fontana, invece, sono talmente vecchie da apparire quasi museali, con il cemento sbeccato che, in certi punti, lascia intravedere lo scheletro e gli spunzoni di ferro.

Le panchine più nuove si trovano spostandosi ancora più a nord, lungo la Terrazza della Repubblica recentemente risistemata. Bianche, di design: un bel colpo d’occhio. Ma già un paio di mesi fa era stato fatto notare dai balneari della zona come venissero snobbare dalla maggior parte dei passanti: nell’epoca in cui un po’ tutti, chi più e chi meno, soffriamo di mal di schiena, l’assenza degli schienali è un fattore determinante. E infatti, raccontano i balneari della zona, quasi tutti preferiscono camminare qualche minuto in più, per poi fermarsi su una panchina dove potersi appoggiare.

In altre zone della città, benché frequentate da pedoni, sulla questione della tipologia di panchine si taglia la testa al toro: non ci sono proprio. Come nelle pedonali via Battisti e via Fratti, due strade commerciali da percorrere tutto d’un fiato, a meno che non ci si voglia sedere a un bar. Pure al Piazzone, le uniche persone sedute si sistemano sui gradini . E se uno è un po’ stanchino, come Forrest, può solo pagare, oppure correre a casa.